Page 304 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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304        la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana



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             interessi nei Balcani . Nei giorni seguenti anche l’«Observer», il più importante
             giornale festivo di Londra, pubblicò un articolo sulla situazione italiana sostenen-
             do che la potenza mediterranea non avesse altra via da percorrere che quella di
             allearsi all’Intesa: il suo efficace intervento avrebbe condotto in breve tempo alla
             fine del conflitto permettendo, tra l’altro, di ottenere importanti compensi territo-
             riali. Nel caso di una neutralità permanente, l’Italia non solo non avrebbe ottenuto
             nulla dai vincitori, qualunque essi fossero stati, ma avrebbe dovuto sopportare
             la vendetta degli Imperi Centrali, sdegnati dal mancato appoggio. L’articolo, in-
             titolato l’italia e lo spirito di Cavour, si concludeva con la convinzione che il
             Bel Paese, alleandosi all’Intesa, avesse un’occasione irrinunciabile di portare a
             compimento il processo risorgimentale, conquistare le vallate alpine ancora sotto
             il dominio asburgico e assumere il controllo dell’Adriatico settentrionale.
                Il 6 agosto si verificò il primo scontro. Una flottiglia di torpediniere affondò un
             posa-mine tedesco alla foce del Tamigi ma nonostante ciò l’incrociatore Amphion,
             uno dei più moderni e rapidi della marina britannica, urtò una min affondando in
             meno di mezz’ora insieme a metà dell’equipaggio. 130 uomini, le prime vittime
             inglesi. Nel contempo si diffondevano notizie, presto smentite, di aspri combat-
             timenti nel Mare del Nord e nell’Atlantico. La pubblicazione di queste false in-
             discrezioni preoccupava il governo che iniziò a studiare il modo di costituire un
             ufficio speciale che avrebbe comunicato al pubblico tutte le informazioni ufficiali
             relative alla guerra. Il War Office convocò tutti i giornalisti e, dietro promessa
             di essere tenuti al corrente delle più importanti notizie belliche, pretese l’impe-
             gno delle testate a non pubblicare alcuna informazione non proveniente da fonti
             ministeriali. In caso di violazione di questo accordo informale, sarebbe scattata
             l’immediata soppressione del giornale. Fu proibito ai corrispondenti di guerra di
             rimanere sul teatro delle operazioni e si pregò il governo belga di invitare i gior-
             nalisti inglesi a ritornare in patria.
                Tra le notizie più importanti dei giorni seguenti, Greppi segnalava la richiesta
             del primo ministro, Asquith, di raddoppiare la richiesta di finanziamento milita-
             re (da 50 milioni di sterline a 100) e l’intenzione del neo ministro della Guerra,
             Kitchener, di incrementare l’esercito di mezzo milione di effettivi. Si diffuse, inol-
             tre, la falsa notizia di un ultimatum tedesco all’Italia. La stampa etichettò il kaiser
             con l’epiteto di Mad Dog, cane pazzo, e fu organizzata da importanti membri
             parlamentari un’imponente dimostrazione di simpatia per l’Italia a Gronsvenor
             Square, sede dell’ambasciata italiana, al fine di esortare l’ambasciatore a riferire
             al governo di Roma l’incitamento e la fiducia inglesi nell’Italia:
                   «Anche ciò sta a dimostrare quanta simpatia sia sempre rivolta a noi dal
                   popolo inglese e come qui sia generale la speranza che l’Italia abbia presto
                   ad uscire dalla sua attitudine di neutralità per prendere le armi contro le due

             12  Ibidem.
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