Page 302 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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302        la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana



                   «Ogni speranza di pace svanisce e qui si comprende non essere possibile
                   che l’Inghilterra possa rimanere neutrale. Si cominciano a vedere segni non
                   dubbi di un principio di mobilitazione» .
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                Si notava grande attività nelle caserme, affluenza massiccia di uomini, qua-
             drupedi, materiali e molti ufficiali in licenza venivano richiamati d’urgenza. Tutti
             segnali inequivocabili di un’incombente preparazione dell’esercito. Nelle ore suc-
             cessive venne emanato l’ordine di mobilitazione generale per la Marina chiaman-
             do ai propri posti tutti gli inscritti alle varie categorie, compresi i pensionati, fino
             all’età di 55 anni. Venne chiuso lo spazio aereo su tutto il Regno Unito permet-
             tendo le manovre soltanto entro un raggio di tre miglia sopra gli aerodromi uffi-
             cialmente riconosciuti. Venne proibito l’uso della radiotelegrafia esteso anche alle
             navi inglesi e straniere in navigazione nelle acque territoriali. Fu posta la censura
             a tutti i telegrammi in entrata, mentre per quelli in uscita fu disposto l’uso delle
             lingue inglese o francese e fu vietato il linguaggio cifrato.
                L’ambasciatore britannico a Berlino pretese rassicurazioni sul rispetto della
             neutralità belga, ma non ottenne alcuna risposta pertanto il giorno seguente, il
             3 agosto, il Governo chiese alla Camera dei Comuni un credito di 50 milioni di
             sterline. Per Greppi la condotta britannica era ormai inequivocabile. Le forze di
             governo si coalizzavano. L’opposizione promise subito l’appoggio incondizionato
             e i capi del movimento irlandese, fra la generale commozione, dichiararono che
             non si sarebbe più parlato di Home Rule invitando le autorità a ritirare dall’Irlanda
             tutte le truppe regolari che fossero ritenute utili al fronte. Alla difesa dell’Irlan-
             da avrebbero provveduto i volontari dei due partiti fino a quel momento nemici.
             Come noto, sarebbe andata diversamente: tra il 24 e il 30 aprile 1916 l’irish repu-
             blican Brotherhood avrebbe incendiato l’Irlanda con la Rivolta di Pasqua.
                Un timido invito, da parte di un deputato laburista, di mantenere la neutralità
             fu soffocato dalle proteste di tutti i settori della Camera e i provvedimenti proposti
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             dal Governo furono votati all’unanimità .
                Greppi  descriveva  il  contegno  ammirabile  della  popolazione.  C’erano  state
             delle sporadiche manifestazioni patriottiche, ma gran parte della folla attendeva
             pazientemente nei pressi dei ministeri per avere notizie sugli attesi risvolti della
             crisi:
                   «[…] Sono dimostrazioni serie, senza chiasso, che danno una nuova prova
                   della coscienza colla quale questo popolo, veramente grande, si impegna in

             9   Ibidem.
             10  In particolar modo i provvedimenti finanziari come la dichiarazione di Bank Holiday anche nei
                 giorni di martedì, mercoledì e giovedì per evitare il panico e l’affollamento presso le banche di
                 persone che volessero ritirare i propri depositi. In seguito furono emessi dei biglietti di banca
                 da una sterlina al fine di facilitare le piccole transazioni commerciali e impedire che l’oro fosse
                 accumulato nelle casse private.
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