Page 305 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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potenze centrali, colle quali essa, si ripete, non ha e non può avere, alcuna
comunanza di interessi» .
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A metà agosto il blocco marittimo della Germania era già effettivo. Unità an-
glo-francesi battevano il mare del Nord e il Baltico sulle tracce di piroscafi tede-
schi da requisire e si escludeva – a torto – che unità nemiche avrebbero tentato
di disturbare i commerci britannici. L’addetto militare condivideva inoltre il pen-
siero di molte testate britanniche che definivano l’indole tedesca estremamente
precisa e calcolatrice: lo Stato Maggiore tedesco aveva pianificato con meticolosa
accuratezza ogni dettaglio delle operazioni militari, ma in caso di minimo errore,
la campagna sarebbe stata compromessa. A differenza degli inglesi, ritenuti “ge-
niali”, l’attitudine tedesca era giudicata troppo razionale e rigida e ciò sarebbe
stato un elemento in favore dell’Intesa. La resistenza franco-belga si rivelava più
arcigna del previsto e i tedeschi – secondo Greppi privi di inventiva – si sarebbero
incaponiti nel tentativo di sfondamento come previsto dal Piano Schlieffen. Ciò
avrebbe permesso ai francesi di prendere tempo in attesa dei rinforzi britannici.
A Londra la vita procedeva normalmente per via della posizione insulare che
assicurava da qualsiasi pericolo di invasione. Era come se la guerra non fosse
sentita, come se riguardasse gli altri paesi piuttosto che l’Inghilterra. In realtà,
si puntualizzava, la popolazione era ben conscia dell’importanza del momento
storico. In una settimana il fondo per le famiglie dei soldati e dei marinai aveva
raggiunto la cifra di un milione di sterline inviate da ogni parte del Paese. Tutti i
grandi negozi esponevano oggetti militari, uniformi per Croce Rossa e materiali
di medicazione. Gli arruolamenti proseguivano con un buon ritmo: più di 40.000
soldati in poco tempo.
Dal punto di vista internazionale, i britannici studiavano con un certo sospetto
il contegno della Turchia e ritenevano che, in virtù dei rapporti con la Germania,
potesse presto entrare in guerra contro l’Intesa. Queste osservazioni anticipavano
di tre mesi quello che effettivamente sarebbe successo tra la fine di ottobre e gli
inizi di novembre:
«Si spera che però in Turchia abbiano a prevalere i consigli di prudenza,
perché l’entrata in azione degli stati balcanici potrebbe segnare la definitiva
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caduta dell’impero ottomano in Europa» .
Con la stessa lungimiranza di vedute, si prevedeva che la deflagrazione della
polveriera balcanica avrebbe trascinato l’Impero ottomano verso il definitivo crol-
lo a conclusione di un lungo e inesorabile declino. Il 21 agosto giungeva intanto
la notizia della caduta di Bruxelles che destò molta impressione tra la gente. I
giornali cercarono di dar spiegazioni per tranquillizzare e incoraggiare il pubbli-
13 Ibidem.
14 Ibidem.