Page 346 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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             fosse quasi impossibile accettarle, per gli ovvi effetti politici. Questa situazione
             quindi rendeva le possibilità di una guerra con Roma sempre più concrete.
                Ma di lì a poco il generale austriaco si era reso conto della mutata situazione:
             il protrarsi del confronto con la Serbia ed il sanguinoso conflitto con la Russia
             non permettevano all’Austria-Ungheria di spostare truppe dai fronti orientali per
             portarle in Italia. È da ricordare che in tre mesi di operazioni nei Carpazi l’esercito
             imperial-regio perse tra morti, feriti e prigionieri, circa 600/800.000 uomini.
                A questo va aggiunto che l’alleato tedesco, anche se più volte sollecitato, non
             si dimostrò interessato a contribuire al mantenimento della sovranità austriaca
             sui territori richiesti dall’Italia, anzi Berlino insistette più volte sulla necessità di
             “comperare” la neutralità italiana cedendo i territori richiesti.
                In questo senso è emblematica la missione diplomatica dell’ex cancelliere te-
             desco Bernhard von Bülow, che in cambio della neutralità, promise all’Italia Tren-
             to e Trieste, senza interpellare prima l’Austria.
                Informato di queste trattative, il governo di Vienna rispose duramente, chie-
             dendo provocatoriamente alla Germania la Slesia come indennizzo e Conrad an-
             cora più duramente chiese alla Germania di cedere alla Francia l’Alsazia. In ogni
             caso il generale Conrad dichiarò di essere più propenso ad accettare l’idea di ce-
             dere alcuni territori ai russi per raggiungere una pace separata con lo Zar, piuttosto
             che cedere alle richieste degli italiani.


             Si avvicina lo scontro con l’Italia

                Conrad rimase convinto della necessità di attaccare l’Italia, ma come abbiamo
             detto poco prima, la situazione militare non permetteva all’esercito austriaco di
             sguarnire gli altri fronti. Conrad chiese tra marzo e aprile al suo omologo tedesco
             Erich von Falkenhayn di inviare un certo numero di divisioni tedesche in sostitu-
             zione di quelle austro-ungariche che stavano combattendo contro la Russia.
                La risposta del generale tedesco fu risolutamente negativa, perché non era di-
             sposto a rinunciare a truppe impiegate contro la Francia, che dal suo punto di vista
             restava il fronte più importante della guerra. A ciò bisogna aggiungere che von
             Falkenhayn riteneva lo scontro contro la Russia più importante di quello contro
             l’Italia, che ancora non si era verificato.
                Ad oriente la guerra stava volgendo al peggio per l’Austria: i russi erano entrati
             in Galizia e stavano per sfondare sui Carpazi, minacciando Budapest. Conside-
             rando l’impossibilità di stornare truppe dai settori dei Carpazi e della Serbia, a
             quel punto Conrad consigliò al governo viennese di cedere alle richieste italiane.
             In questo fu supportato da von Falkenhayn, desideroso di mantenere la neutralità
             italiana.
                Comunque il generale tedesco, cercando di consolare il collega austriaco, so-
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