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344 la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
Come detto poco sopra, le guarnigioni lungo i confini tra il Regno d’Italia e
l’Impero Austro-Ungarico erano state costantemente rafforzate, e l’attività di for-
tificazione si intensificò, da entrambe le parti, tra il 1904 ed il 1905, ma è appunto
dal 1906 che lo Stato Maggiore austriaco valutò con sempre maggiore insistenza
una possibile guerra di carattere preventivo contro l’Italia, senza però mai inter-
rompere le varie opere di fortificazione.
Conrad, che si era già segnalato durante le Kaiser Manöver del 1905, dove
simulò un attacco contro gli italiani e che nel 1908 studiò un’offensiva sul Tolmi-
no (esercizio che verrà in parte utilizzato da Otto von Below e da Konrad Krafft
von Dellmensingen durante la Dodicesima battaglia dell’Isonzo), propose in più
occasioni una guerra preventiva contro l’Italia.
In particolare lo Stato Maggiore austro-ungarico considerò possibile un attacco
contro l’Italia nel 1907, nel 1908/1909 (in occasione del terremoto di Messina),
nel 1910 e per l’ultima volta nel 1911, durante la Guerra Italo-Turca, quando il
Regio Esercito era impegnato in Libia e la Regia Marina si trovava ad operare nel
Mediterraneo orientale.
Quest’atteggiamento costantemente offensivo però compromise i rapporti tra
Conrad e l’imperatore Francesco Giuseppe come con il Ministro degli Esteri Alois
Lexa von Aehrenthal, che invece volevano mantenere rapporti il più possibile cor-
diali con l’Italia ed evitare assolutamente un conflitto.
Conrad fu quindi sostituito nel 1911, ma con l’aumentare delle tensioni in-
ternazionali, l’Imperatore decise di richiamarlo alla guida dello Stato Maggiore,
l’anno successivo.
Scoppio del Primo Conflitto Mondiale
Quando il 28 luglio 1914 scoppiò il conflitto, l’Italia scelse la neutralità e que-
sto creò una situazione particolare: allo scoppio del conflitto in Europa il re Vitto-
rio Emanuele III non aveva ancora nominato un successore di Pollio. Quando fu
poi nominato Cadorna, il nuovo Capo di Stato Maggiore italiano pensò di seguire
i piani già elaborati dal suo predecessore per appoggiare gli imperi centrali, cioè
l’invio della 3 Armata sul Reno ed in Alsazia e lo schieramento delle forze lungo
a
il confine con la Francia.
Le condizioni erano però mutate ed il governo italiano, in cambio della neutra-
lità, decise di chiedere agli austriaci la cessione di alcuni territori al confine tra i
due paesi; in particolare furono chieste le città di Trento e Trieste, a cui progressi-
vamente si aggiunsero sempre maggiori richieste, tra queste il Brennero, Bolzano
e Gorizia. Essendo questo il nuovo scenario, Cadorna cominciò ad elaborare i
piani per un’offensiva contro la Duplice Monarchia, invertendo quello che era
inizialmente il piano in caso di un conflitto contro l’Austria: si passò quindi da un
atteggiamento difensivo ad uno offensivo.