Page 339 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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guerresca. Il cronista continua dicendo che Douhet affermò che la guerra ha colto
l’Europa in un momento in cui le nazioni si trovavano impreparate al cimento
dell’aria e che, se la conflagrazione avesse tardato di qualche anno, a migliaia si
sarebbero scontrati i velivoli nel cielo. In seguito, passa a parlare della possibilità
del bombardamento aereo, i cui effetti possono essere terribili benché necessiti
agli aviatori un grande bersaglio regolare per il tiro, ma che saranno senza dubbio
più terribili quando i velivoli opereranno a flotte. La difesa aerea deve essere affi-
data all’armata dell’aria, come dimostra l’esperienza di Parigi. Per forza di cose,
le flotte aeree subiranno un vertiginoso crescendo e le future squadre saranno
paragonabili a grosse masse di cavalleria volante.
La conferenza fu un successo.
L’articolo del 31 Dicembre 1914 contiene un Resoconto. Douhet aveva divi-
so la guerra in due periodi. Il primo favorevole agli imperi centrali, il secondo
sfavorevole; quest’ultimo sarebbe durato fino alla fine. Il periodo favorevole si è
concluso sulla Marna e sulla Vistola e da allora è iniziato il periodo sfavorevole.
Ecco un’altra efficace e pungente metafora: La Germania è come lo scoiattolo che
si affanna nella gabbia a girare e ciò gli dà l’impressione di procedere mentre,
invece, resta chiuso senza via d’uscita finché perderà le forze, finché, esausto,
dovrà arrestarsi.
Il mese di gennaio del 1915 apre il terzo ed ultimo filone degli articoli sulla
guerra europea, filone che si concluderà, come anticipato, apparentemente senza
motivo, nel marzo del 1915.
I 17 articoli di gennaio riprendono la descrizione delle operazioni sui fronti.
Douhet esprime la sua ferrea fiducia nella strategia del generalissimo Joffre e
attende ancora la sicura riscossa russa. Con palese interesse, si parla della Guerra
navale, con la descrizione dell’affondamento della nave inglese Formidable che,
però, non sembra arrecare troppo danno. Trova, qui, spazio anche un accorato e
sentito accenno al Terremoto di Avezzano.
Nell’articolo del 29 gennaio, intitolato “La Mala Bestia”, Douhet attua un du-
rissimo attacco contro i dirigibili Zeppelin tedeschi, che risente del clima di ten-
sione che viveva in quel momento Douhet all’interno del battaglione Aviatori e
con il Col. Maurizio Mauro Moris. All’allora èlite dei dirigibilisti, infatti, Douhet
imputa le critiche che venivano dirette al suo operato, che porteranno al suo eso-
nero dal battaglione Aviatori, proprio fra il dicembre 1914 e lo stesso mese di
gennaio 1915. «La famosa flotta degli Zeppelin tedeschi ha partorito il ridiculus
mus. Tre o quattro mastodontici cilindri pieni di gas, dopo mesi di attesa, in con-
dizioni atmosferiche favorevoli, in una notte senza luna, si sono finalmente decisi
ad annientare l’Inghilterra e sono pervenuti ad uccidere una donna ed un calzolaio,
a frantumare una gran quantità di vetri e a non trovare per niente Londra.» L’ap-
parecchio, secondo Douhet, è inutile, mastodontico, può operare solo di notte e da
grandi altezze. L’offesa tanto decantata degli Zeppelin è cieca, sussistono proble-