Page 338 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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338 la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
probabilmente, in questa stessa guerra, vedremo di più e di meglio». Come aveva
già anticipato, Douhet torna a dire che al momento l’aviazione è impreparata, seb-
bene l’embrione della guerra aerea sia antico. Il 12 Luglio 1910 ebbe luogo la pri-
ma esercitazione tattica aerea (il colonnello Estienne, direttore dello stabilimento
di aviazione di Vincennes, telegrafò al campo di aviazione di Mourmelon, il primo
tema di manovra dell’aria. “Alcuni apparecchi, provenienti da Betheny, domani
si recheranno a Mourmelon, cercate di arrestare la loro marcia e di impedire che
raggiungano la meta”). Peccato che la Francia non abbia colto l’importanza di
questo, mentre i tedeschi lo fecero e sono arrivati alla guerra preparati anche nel
campo dell’aria.
Ovviamente, Douhet precisa che uno o due aeroplani non serviranno a nulla,
«ne servono un numero adeguato; allora nulla potrà mettersi al riparo dalle offese
aeree che giungeranno sempre a destinazione. Contro il nemico che sia padrone
dello spazio non vi è più sicurezza che per le talpe».
Questa ultima, decisa espressione, ricorda molto l’affermazione di Dolman
degli anni 2000 che affermò, nel suo Astropolitik: «Chi controlla le basse orbite
terrestri controlla lo spazio vicino alla terra. Chi domina questo spazio domina la
terra. Chi domina la terra domina il mondo».
Ecco dimostrato il fatto che da terra non ci si difende. Contro gli aerei ci vo-
gliono aerei, come contro i battaglioni ci vogliono battaglioni e contro le navi, le
navi. «L’aria si difende nell’aria e non da terra. Parigi fu liberata dai Taube , non
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dai fucilieri appollaiati sui tetti, ma dagli aviatori francesi». L’aeroplano tedesco
che nel giorno di Natale si dirigeva verso Londra fu respinto dagli aviatori inglesi.
La considerazione per gli Zeppelin è pari a zero. La guerra moderna ha dimostrato
che l’aeroplano è indispensabile come mezzo di informazione per i Comandi e
che è il fido ausiliario dell’artiglieria. «Abbattere gli aerei nemici, conquistare il
dominio dell’aria vuol dire rendere inoffensivo il nemico dall’alto, rendersi atti ad
offendere impunemente, giocare a carte coperte guardando bene il gioco avversa-
rio, dare occhi intelligenti alla propria artiglieria».
Due giorni dopo questo articolo, il 30 dicembre, Douhet terrà una conferenza
all’Università Popolare di Torino, dal titolo “La guerra nell’aria”. Anche questa
conferenza verrà riportata sulla «Gazzetta del Popolo», da un cronista che riportò
come Douhet, dopo aver sottolineato il rapidissimo progresso dell’aeroplano e la
sua brillante utilizzazione nella guerra di Libia, tenga a fissare una verità essen-
ziale, ovvero che il dominio dell’aria deve avere per le nazioni lo stesso valore
del dominio del mare. Quindi, l’aviazione militare non dovrà essere, come fu cre-
duto, un servizio ausiliario, ma un campo nuovo ed importantissimo dell’attività
3 “La Guerra Aerea”, 28 dicembre 1914. Articolo riportato con tagli in CURAMI Andrea e RO-
CHAT Giorgio, Giulio Douhet: scritti 1901-1915, Ufficio Storico Aeronautica Militare, Roma,
1993.