Page 352 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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352        la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana



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             furono il risultato del mutare della politica internazionale .
                Più  segnatamente  si  può  affermare  come  l’Italia,  desiderosa  di  entrare  nel
             “concerto europeo”, da poco unita, e colma di problemi interni, si sia ritrovata da
             “anello debole” dell’alleanza a “cardine” imprescindibile della strategia militare
             tedesca nei vari piani elaborati dallo Stato Maggiore germanico ad inizio Nove-
             cento. Dal punto di vista diplomatico l’alleanza dell’Italia con gli Imperi centrali
             arrivò al culmine di un processo internazionale che si aprì al termine della guerra
             franco-prussiana (1870-71) e che sancì l’ascesa dell’esercito prussiano (che di-
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             ventò un modello militare di riferimento) e la nascita dell’Impero tedesco .
                Gli eventi che scossero l’Europa in questi mesi turbolenti rappresentarono una
             cesura tra due periodi ben distinti: la sconfitta di Napoleone III a Sedan, il crollo
             del II Impero francese e l’istituzione della Terza Repubblica in Francia, la presa di
             Roma, la fine del millenario potere temporale del pontefice e l’unificazione della
             Germania intorno alla forte Prussia. Il 30 giugno 1871, infine, si realizzò l’ulti-
             mo atto della “questione romana”: il trasferimento dei ministeri a Roma, nuova
             capitale del Regno e pochi mesi dopo il ministro degli Esteri francese, conte de
             Rémusat, confermò a Nigra che il suo governo non aveva alcuna intenzione di
             muovere guerra all’Italia per ristabilire il potere temporale papale, anzi desiderava
             mantenere con la sua vicina “un’amicizia serena e durevole” .
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                La “massima” politica di Visconti Venosta “indipendenti sempre, isolati mai”
             iniziò quindi a prendere forma e diventare il perno della sua azione diplomatica .
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             Che l’operato degli ultimi tre anni del ministero degli Esteri avesse fatto acquista-
             re all’Italia un posto di rilievo in Europa lo si capì dall’entusiasmo che il viaggio
             a Berlino del principe Umberto provocò nella stampa estera.
                La situazione non cambiò dopo la formazione della Lega dei tre imperatori,
             almeno per ciò che riguardava l’Austria (1873), la Francia rappresentava invece
             un motivo di preoccupazione a causa dei suoi governi poco duraturi e alquan-
             to suscettibili di ribaltoni politici, i timori italiani si rivelarono fondati allorché


             5   La ricca storiografia sulla Triplice Alleanza annovera, tra gli altri, i seguenti studi: O. von Bi-
                 smarck, Gedanken und Erinnerungen, (introduzione di L. Gall), Berlin, (trad. italiana) Pensieri
                 e ricordi, I: 1832-1863, 2 voll. II: 1863-1887. III: 1887-1891, Milano, 1922; B. Croce, Storia
                 d’italia dal 1871 al 1915, Bari, 1928; B. von Bülow, Memorie, Milano, 1931; L. Salvatorelli, La
                 Triplice alleanza. Storia diplomatica. 1877-1912, Milano, 1939; F. Chabod, Storia della politica
                 estera italiana dal 1870 al 1896, Bari, 1951; M. Gabriele, le convenzioni navali della triplice,
                 AUSSMM, Roma, 1969; M. Mazzetti, l’esercito italiano nella triplice alleanza, Napoli, 1974;
                 R. Petrignani, Neutralità e alleanza. Le scelte di politica estera dell’Italia dopo l’unità, Bologna,
                 1987 e G. Giordano, Cilindri e feluche. La politica estera dell’Italia dopo l’Unità, Roma, 2008.
             6   J. Breuilly, La formazione dello stato nazionale tedesco, Bologna, 2004, pp. 34-76.
             7   R. Cadorna, La liberazione di Roma nell’anno 1870, Torino, 1898, pp. 21-24.
             8   E. Morelli, Emilio Visconti Venosta da Mazzini a Cavour, Quaderni de Il Risorgimento, Milano,
                 1986, pp. 6-12.
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