Page 355 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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Workshop giovani ricercatori                                        355



             Una vittoria della Destra, infatti, e del partito ultramontano avrebbe riportato al
             potere uomini politici avversi all’unità d’Italia e disposti a intervenire a favore del
             papa. Da questa incerta situazione politica, a cui bisognava associare un rapporto
             meno solido con l’Austria-Ungheria, nasceva l’idea di incaricare Francesco Cri-
             spi, Presidente della Camera, a svolgere una missione esplorativa a Parigi, Lon-
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             dra, Berlino e Vienna .
                Il politico siciliano partì nell’agosto 1877 credendo che l’Inghilterra avrebbe
             sostenuto la politica italiana circa la questione d’Oriente e contando soprattutto
             nell’appoggio tedesco. Da Lord Derby, che incontrò dopo Bismarck, Crispi non
             ottenne che qualche rassicurazione ma alcun impegno concreto, dal cancelliere
             tedesco ebbe l’assicurazione di un’alleanza difensiva e offensiva contro la Francia
             ma non nei confronti dell’Austria-Ungheria. I viaggi di Crispi si risolsero quindi
             in nulla di fatto: molte parole, alcun trattato. L’unico risultato positivo, un’allean-
             za con la Germania contro la Francia, venne poi offuscato dall’esito delle elezioni
             francesi del 14 ottobre che videro i repubblicani vincere il Partito ultramontano.
             L’avvento al trono di Umberto I, successo al padre deceduto il 9 gennaio 1878,
             portò alla riconferma del governo in carica il quale però si dimise pochi mesi dopo
             (9 marzo).
                La Russia quindi impose all’Impero ottomano la pace di Santo Stefano, one-
             rosa perché stabiliva modifiche territoriali molto consistenti a danno della Tur-
             chia europea: Serbia e Montenegro ingrandite e indipendenti come la Romania,
             Bosnia-Erzegovina autonoma sotto la supervisione austro-russa, creazione di una
             grande Bulgaria sotto influenza russa, estensione della Macedonia dal Mar Nero
             fino a Salonicco sull’Egeo. Il crescente peso della Russia iniziò seriamente a pre-
             occupare le cancellerie europee, soprattutto siffatte condizioni furono inaccettabi-
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             li per Austria e Inghilterra .
                Il trattato di Santo Stefano attraverso la creazione della “grande Bulgaria”, che
             offrì l’occasione alla Russia di affacciarsi ai “mari caldi”, prospettò un imminente
             scontro anglo-russo, del resto i segnali non tardarono a manifestarsi: per ben due
             volte la flotta inglese entrò nella Baia di Besica e Disraeli, premier conservatore,
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             ordinò il trasferimento di 7mila uomini dall’India a Malta .
                L’idea che una nuova guerra potesse coinvolgere l’Italia preoccupò parecchio
             il Corti che per questa ragione appoggiò con decisione l’idea di un congresso per
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             dirimere i contrasti scaturiti dalla guerra russo-turca .


             10  C. Duggan, Francesco Crispi, 1818–1901: From Nation to Nationalism, Oxford, 2001, pp. 65-
                 87.
             11  A.J.P. Taylor, The Struggle for Mastery in Europe 1848-1918, Oxford, 1954, pp.76-90.
             12  S. Mahajan, British Foreign Policy, 1874–1914, Routledge, 2002, p. 32.
             13  Vedi l’esaustiva opera di J.J. Reid, Crisis of the Ottoman Empire: Prelude to Collapse 1839–
                 1878, Stuttgart, 2000.
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