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360 la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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cesco Giuseppe (dicembre 1882) .
L’esecuzione del giovane Oberdan provocò una profonda emozione in Italia,
gelando l’entusiasmo verso la Triplice e malgrado tutti i successivi sforzi del go-
verno per stemperare le roventi polemiche, la morte del giovane triestino scavò un
solco tra l’Italia e l’Austria che non si colmò mai.
Le condizioni dell’accordo raggiunto nel 1882 con Germania e Austria-Unghe-
ria non si rivelarono, contrariamente alle prime interpretazioni, particolarmente
gravose per l’Italia, infatti mentre l’articolo secondo del testo prevedeva il casus
foederis nel caso di un’aggressione non provocata da parte della Francia all’Ita-
lia, questa s’impegnava nell’articolo tre a sostenere l’Impero austro-ungarico solo
nell’eventualità in cui esso fosse stato attaccato da due o più potenze, il che scar-
tava l’intervento italiano in caso di un’azione isolata dell’Impero russo contro la
duplice monarchia. I vantaggi supposti si rivelarono più teorici che pratici, difatti
mentre era assodato l’interesse germanico a impedire che la Francia coinvolgesse
l’Italia in un conflitto isolato, ed era chiaro che in un eventuale conflitto franco-
tedesco l’Italia si sarebbe schierata a fianco della Germania, altrettanto non si
poteva affermare dell’Austria che non aveva ragioni apparenti di ostilità con la
Repubblica francese.
Negli anni successivi alla stipula del primo trattato la diplomazia austro-un-
garica cercherà, comunque, di raffreddare le tensioni evitando rotture con la Re-
pubblica francese. Tuttavia col passare del tempo gli accordi del maggio 1882 si
rivelarono molto vantaggiosi per l’Italia, sia perché la garantivano da eventuali
aggressioni francesi sia perché da quell’anno la “questione romana” divenne un
affare interno tutto italiano. Il trattato servì a stabilizzare la posizione internazio-
nale del nuovo Stato fornendo alla diplomazia italiana un punto di riferimento e
una solida base da cui operare. L’alleanza con gli Imperi centrali coinvolgeva una
serie di nuove misure militari d’intesa con le autorità militari alleate. Il primo rin-
novo della Triplice (1887) fu quindi firmato senza una chiara definizione dei piani
militari tra gli alleati, mentre il teatro internazionale si mostrava sempre più teso
e complesso. L’inferiorità della Marina italiana rispetto quella d’oltralpe suscitò
legittime preoccupazioni in seno all’establishment militare ma agevolò, parados-
salmente, il rinnovo dell’alleanza con gli Imperi centrali su basi più vantaggiose
all’Italia. Lo scenario internazionale rispetto cinque anni prima era notevolmente
mutato: l’Alleanza dei tre imperatori era naufragata (1881-87) e le vicende bulga-
re (1885-88) acuirono i contrasti tra Vienna e Mosca, in Occidente lo scontro con
la Repubblica di Francia sembrò ormai imminente. Per cui Bismarck, preoccupato
della conclusione di un’alleanza franco-russa, fece il possibile per agevolare il
rinnovo del trattato con il governo di Roma. L’Italia si mostrava un elemento indi-
spensabile nel gioco degli equilibri europei e di ciò Carlo Felice conte di Robilant,
17 J.P. Bled, Franz Joseph, Cambridge, 1992, p. 230.