Page 357 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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Bismarck intanto pensò all’ipotesi di ripristinare la Lega dei tre imperatori - cadu-
ta in disuso in seguito alla guerra russo-turca del 1877 e del successivo congresso
di Berlino - e ammonì le manifestazioni irredentiste italiane, dipingendo l’Italia
“affamata di conquiste” e paventando una possibile alleanza italo-franco-russa. Il
governo italiano ebbe quindi un solo modo per uscire dalla difficile posizione in
cui la politica estera del cancelliere tedesco lo stava confinando: cercare un’alle-
anza con l’Inghilterra. Cairoli ritenne che l’Inghilterra potesse essere interessata a
siffatta politica e perciò fu ben disposto a imbastire con Londra serie discussioni
per mettere a punto comuni strategie. Il marchese di Salisbury accolse favorevol-
mente l’apertura diplomatica italiana poiché essa corrispondeva alla politica di
pace seguita dalla Gran Bretagna.
I primi timidi passi dell’avventura coloniale italiana furono percorsi verso la
costa africana del Mar Rosso allorché l’imminente apertura del Canale di Suez ca-
talizzò l’attenzione europea circa le nuove prospettive commerciali tra Oriente e
Occidente, per questo motivo già nel 1870 la società Rubettino aveva acquistato la
Baia di Assab e l’isola di Damarkiè. Dopo averne perfezionato l’acquisto la com-
pagnia di navigazione aveva trasferito i suoi titoli di possesso al governo italiano
trasferendone così il diritto di sovranità al regno. Questa tesi fu però aspramente
contesta dall’Egitto, dalla Turchia e dal governo inglese. La diatriba era a questo
punto allorché Cairoli decise di imprimere un’accelerazione all’azione diploma-
tica al fine di spianare l’opposizione inglese alle mire italiane sul Mar Rosso. I
negoziati per Assab però passarono in secondo piano allorché esplose in tutta la
sua portata la vertenza di Tunisi. Sin dai tempi del congresso di Berlino (1878) la
querelle tunisina si frapponeva ai rapporti italo-francesi, entrambe nazioni interes-
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sate a sviluppare la propria influenza sulla reggenza .
La Francia sollecitata nel corso del Congresso di Berlino prima da Bismarck
e poi da Lord Beaconsfield a prendersi Tunisi non volle però turbare l’Italia la
quale, tramite Cairoli, avrebbe voluto il mantenimento dello status quo nella reg-
genza. Poco tempo dopo però la Francia smentì le parole rassicuranti del suo mi-
nistro degli Esteri Freycinet e iniziò a fare pressioni sul bey con il chiaro intento di
danneggiare gli interessi italiani in Tunisia. Successivamente fu mossa parte della
flotta francese verso Tunisi, quest’azione contribuì a rendere ancora più tesi i rap-
porti diplomatici tra Roma e Parigi. Quasi rappresentasse una conseguenza diretta
di tali difficoltà iniziarono a circolare voci di una possibile adesione dell’Italia
all’alleanza austro-tedesca del 1879 che si era da poco rinsaldata dopo l’incontro
a Bad Ischl tra Francesco Giuseppe e Guglielmo I (10 agosto 1880). Pourparler
che già prefigurarono però la divisione in due blocchi di potenze contrapposti che,
successivamente, si sarebbe verificata. Curioso infine che entrambe le alleanze
avessero trovato la loro origine in Africa: la triplice austro-tedesca-italiana a Tu-
15 M. Iacona, La politica coloniale del Regno d’Italia (1882 - 1922). Chieti, 2009, p. 17.