Page 359 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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Workshop giovani ricercatori 359
La situazione internazionale vista dal
giornale berlinese Lustige Blätter
allegare al trattato un protocollo
che lasciasse adito all’accessio-
ne dell’Inghilterra, se non a tutto
il patto, almeno della parte del-
la mutua neutralità in modo da
escludere tassativamente ogni
ipotesi di conflitto con essa. Pre-
meva al ministro che la costituen-
da triplice, per l’Italia, non avesse
carattere o intento ostile a una po-
tenza “amica”.
Il 20 maggio 1882, alle due pomeridiane, nel sontuoso salone del Ballhaus di
Vienna l’ambasciatore tedesco, principe Heinrich von Reuss, Kálnoky e di Robi-
lant firmavano il trattato istitutivo della Triplice Alleanza. L’Italia non ottenne la
garanzia dell’integrità territoriale invano richiesta da Mancini e non le era con-
sentita alcuna interferenza nei Balcani, a Kálnoky infatti bastava la neutralità,
inoltre non vi era alcun accenno alle questioni mediterranee. A fronte di così pochi
vantaggi, il più importante dei quali fu l’abbandono da parte di Vienna della poli-
tica di appoggio al papato (espresso però in maniera vaga), più probanti erano gli
impegni. Se la Germania avesse deciso di muovere guerra preventiva alla Francia,
l’Italia al pari dell’Austria avrebbe dovuto assicurare una benevola neutralità; se
la Francia, da sola o con la Russia, avesse attaccato la Germania, l’Italia avrebbe
dovuto intervenire; infine se i due Imperi centrali avessero deciso un conflitto pre-
ventivo contro la Russia l’Italia avrebbe osservato la neutralità benevola, mentre
Vienna e Berlino si sarebbero divise i Balcani. L’importanza della Triplice stava
però nella condizione raggiunta dall’Italia: essere finalmente accettata come gran-
de potenza, ciò bastò a dissipare ogni dubbio circa l’importanza del trattato per
le mire di grande potenza del Regno d’Italia. L’intesa con gli Imperi centrali da
poco raggiunta fu però subito turbata dall’impiccagione dello studente triestino
Guglielmo Oberdan, con l’accusa mai provata di volere attentare alla vita di Fran-