Page 363 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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Workshop giovani ricercatori 363
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circa quattro anni .
Con gli accordi stipulati da Enrico Cosenz veniva infatti assicurato alle forze
italiane, nel caso di un possibile conflitto con la Francia, un ruolo ben più impor-
tante di quello che avrebbe visto le armate reali contenere al Sud qualche divisio-
ne francese, cui sarebbero state costrette in precedenza. Tutto questo aumentò il
prestigio dell’Italia all’interno dell’alleanza con gli Imperi centrali tant’è che gli
effetti politici portarono a una sorta di credito nei confronti della Germania, di cui
servirsi per ottenere l’appoggio tedesco in altre questioni di cui l’interesse italiano
era preminente. L’accordo però non sciolse tutti i nodi. Che cosa sarebbe avve-
nuto se il conflitto fosse rimasto localizzato in Occidente e la duplice monarchia
avesse rifiutato l’utilizzo delle sue ferrovie? Il 3 dicembre 1890 il generale Enrico
Cosenz interrogò la Marina regia di studiare le possibilità di uno sbarco sulle coste
della Provenza. A tale scopo si svolse un colloquio tra l’ufficiale designato da Co-
senz, il tenente colonnello San Martino, e il capitano di corvetta Aubry. Dai primi
contatti avvenuti risultò una certa riluttanza da parte della Marina a prendere in
considerazione questo piano operativo. I motivi erano molteplici: secondo Aubry
per eseguire uno sbarco vi sarebbe stato bisogno di una disponibilità quadrupla
sull’avversario, la Marina poi pensava a Tolone mentre l’esercito credeva si po-
tesse agilmente sbarcare alle spalle della piazzaforte di Nizza combinando anche
un’azione sul fronte alpino. La caduta del governo Crispi (9 marzo 1889) non
contribuì a sciogliere l’antagonismo italo-francese e lo stato di tensione continuò
a perdurare. Nonostante ciò i contatti tra gli S.M. italiano e tedesco non aumen-
tarono, ciò dipese in massima parte dall’atteggiamento non certo conciliatorio di
von Waldersee il quale, però, fu rimosso dall’incarico nel 1891. A sostituirlo fu
chiamato Alfred von Schlieffen già rappresentante dell’Impero tedesco in tutte le
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trattative con l’Italia per la Convenzione militare .
Il nuovo Capo di Stato Maggiore tedesco non nutrì, all’inizio del suo mandato,
gran fiducia sulla possibilità di realizzare la cooperazione diretta con l’esercito
italiano. Nel quinquennio 1887-88/1891-92 le spese per la difesa militare raggiun-
sero una media di 414milioni di lire oro, pari al 24,5% del totale. Si chiudeva qui
una prima fase delle relazioni tra le potenze della Triplice e ne iniziava una più
difficile. La disfatta di Adua non poteva non avere ripercussioni sulla stessa strut-
20 Roberto Sciarrone, L’Italia nella Triplice Alleanza, Politica e sistema militare, Roma, 2014, pp.
87-104.
21 R. Sciarrone, Strategie militari franco-tedesche a confronto (1905-1913), Roma, 2013, pp. 30-
54.