Page 367 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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             il conflitto .
                Le operazioni italiane tuttavia non conseguirono il risultato sperato e la guerra
             proseguì.
                A decretare la fine del conflitto fu in realtà l’inizio della guerra balcanica che
             costrinse i contendenti a raggiungere rapidamente un accordo. La Convenzione
             del 1888 era da considerarsi decaduta, mentre si credette necessario rinnovare
             gli accordi navali del 1900. Con questa mossa l’Italia voleva comunque ribadire
             il suo impegno a fianco delle truppe alleate in caso di conflitto e, chiaramente, la
             proposta del rinnovo della Convenzione navale apparve come una garanzia offerta
             dal generale Pollio. Il von Moltke di lì a poco si mostrò soddisfatto dei colloqui e
             si convinse che l’appoggio italiano avrebbe vincolato l’armata francese delle Alpi
             e probabilmente anche il XV e il XVI corpo, anche se manifestò dubbi circa i tem-
             pi di arrivo delle truppe italiane. A questo cambio di rotta contribuì il riaccendersi
             dell’antagonismo italo-francese ma gli orientamenti dello Stato Maggiore tedesco
             ormai erano chiari: se da un lato perdurava lo scetticismo su di un possibile impe-
             gno da parte italiana in caso di guerra, dall’altro si confermava che l’assenza del
             concorso attivo dall’Italia sul teatro delle operazioni principali avrebbe fatto venir
             meno la superiorità numerica germanica e forse compromesso il piano Schlieffen.
             La mancanza dell’invio delle unità italiane pregiudicava i progetti tedeschi. La
             situazione internazionale andava però a modificarsi nel corso dell’autunno del
             1912. Prima ancora che avesse fine la guerra italo-turca il Montenegro dichiarava
             guerra alla Turchia, il 17 ottobre si univano Grecia, Bulgaria e Serbia e benché le
             previsioni dell’opinione pubblica europea fossero favorevoli all’esercito turco le
             vittorie arrivarono solo per gli Stati balcanici .
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                La cooperazione italo-austro-ungarica si rafforzò anche a causa di altri eventi
             ravvicinati: il 28 novembre fu proclamata a Valona dai delegati di varie tribù l’in-
             dipendenza dell’Albania e fu eletto un governo provvisorio. Questo lo scenario
             internazionale allorché fu rinnovata il 5 dicembre la Triplice Alleanza con il so-
             stanziale assenso di tutti i gruppi costituzionali italiani (quinto e ultimo trattato).
             Il 5 maggio il ministro degli Esteri inglese Grey comunicò alla Conferenza degli
             ambasciatori che il Montenegro aveva deciso di piegarsi alle direttive delle grandi
             potenze, per cui la paventata ipotesi di azione militare austro-italiana sfumò e la
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             crisi albanese si risolse per via diplomatica .







             27  F. Gramellini, Storia della Guerra Italo-Turca 1911-1912, Forlì, 2005, pp. 56-66.
             28  Vedi E. Ivetic, Le guerre balcaniche, Bologna, 2006.
             29  A. Biagini, Storia dell’Albania contemporanea, Milano, 2005, pp. 32-89.
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