Page 371 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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             provocata da un membro dell’alleanza. Salandra ed il marchese di San Giuliano
             si comportarono di conseguenza e, il 2 agosto 1914, dichiararono la neutralità del
             Regno d’Italia. Vienna e Berlino si trovavano quindi a combattere senza l’alleato
             italiano. San Giuliano non denunciò la Triplice e si limitò a richiamare Vienna e
             Berlino all’articolo VII che specificava che qualora l’Austria o l’Italia avessero
             occupato dei territori nei Balcani tale occupazione non doveva avere luogo se non
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             dopo un preventivo accordo con l’altra potenza, così da compensarla .
                L’articolo VII non fu presente nel trattato fino al secondo rinnovo del 1891, fu
             inserito successivamente proprio al fine di evitare che l’Italia subisse ulteriori in-
             grandimenti austriaci nei Balcani. Per comprendere la determinazione del gover-
             no italiano occorre considerare che nel corso del 1914 vennero al “pettine” tutte
             le principali questioni diplomatiche che avevano occupato i due paesi dal 1866.
             Tutt’altra questione riguarda la sincerità delle intenzioni italiane nei sette mesi che
             vanno dall’ultimatum austriaco alla Serbia al Patto di Londra. I due movimenti
             di opposizione erano decisamente contrari all’intervento: i socialisti in primis e i
             cattolici, favorevoli alla posizione assunta dal Vaticano, il quale non poteva certo
             incoraggiare alcuna azione ostile nei confronti dell’ultima grande potenza catto-
             lica, l’Austria-Ungheria. Ma lo Stato Maggiore italiano continuò a elaborare la
             propria strategia, come dimostra la nota con cui il 31 luglio il capo di Stato Mag-
             giore italiano Luigi Cadorna annunciò a Salandra l’intenzione di inviare non già
             tre (come previsto dalla lettera della Triplice), ma cinque corpi d’armata sul fronte
             del Reno a sostegno dell’offensiva tedesca contro la Francia. San Giuliano ribadì
             però a Vienna e a Berlino l’interpretazione italiana dell’articolo 7 del trattato della
             Triplice Alleanza che riguardava il problema dei cosiddetti “compensi”. Il 4 ago-
             sto del 1914 l’Austria-Ungheria sembrò dichiarò ufficialmente che non avrebbe
             mai occupato il monte Lovćen, condizione ritenuta essenziale dai capi militari ita-
             liani, e affermò di concordare con l’interpretazione italiana dell’articolo 7. Vienna
             tuttavia in questa fase non fece alcuna proposta precisa per favorire l’entrata in
             guerra dell’Italia al suo fianco e confermò che non avrebbe accettato discussioni
             sui “compensi” qualora l’Italia non fosse prima entrata nel conflitto. Nella prima
             fase della guerra europea sembrò che gli Imperi Centrali potessero prevalere, sul
             fronte Orientale, infatti, i tedeschi sconfissero i russi a Tannenberg (26-30 agosto
             1914) e presso i laghi Masuri (6-15 settembre 1914), mentre sul fronte Occidenta-
             le l’avanzata tedesca attraverso il Belgio e la Francia settentrionale sembrò prelu-
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             dere ad un crollo delle potenze occidentali .
                Inaspettatamente arrivò la vittoria francese nel corso della battaglia della Mar-


             32  B. Croce, Storia d’Italia dal 1871 al 1915, Milano, 1991.
             33  Archivio  dell’Ufficio  Storico  dello  Stato  Maggiore  dell’Esercito  (AUSSME),  Compilazione
                 dell’Archivio di Stato Germanico. Traduzione Ambrogio Bollati. Relazioni estere sulle campa-
                 gne della Triplice Alleanza, 1914-1916.
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