Page 372 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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372        la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana



             na (6-9 settembre) che salvò Parigi e fece retrocedere gli invasori di parecchie
             decine di chilometri, oltre al parallelo fallimento della “corsa al mare” tedesca
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             (prima battaglia di Ypres 10-11 novembre) .
                Mentre la prima invasione austro-ungarica della Serbia si concluse con una
             inattesa  sconfitta,  l’esercito  russo,  nonostante  le  sconfitte  in  Prussia  orientale,
             invase la Galizia e il 3 settembre 1914 occupò Leopoli, minacciando di inva-
             dere l’Ungheria e marciare su Vienna. Questo il quadro delle prime operazioni
             belliche in Europa. A settembre, quindi, San Giuliano comprese che la guerra
             sarebbe durata ancora a lungo e che c’era ancora tempo per stabilire l’eventuale
             entrata in guerra dell’Italia e potenziare – di conseguenza – l’apparato militare.
             L’Italia cercò di coordinare la sua azione con quella della Romania, un’altra po-
             tenza legalmente alleata con gli Imperi Centrali che tuttavia aveva dichiarato la
             sua neutralità. Bucarest si trovava, infatti, in una posizione simile a quella italia-
             na, era interessata alla Transilvania appartenente all’Austria-Ungheria ma le sue
             ambizioni territoriali avrebbero potuto potenzialmente entrare in conflitto con le
             rivendicazioni della Serbia, proprio come era per l’Italia. La Romania alla fine
             sarebbe entrata in guerra dalla parte della Triplice intesa solo il 27 agosto 1916. La
             prima potenza della Triplice Intesa che fece proposte concrete all’Italia fu la Rus-
             sia tramite il suo ministro degli Esteri, Sergej Sazonov, che riteneva importante
             ampliare il sistema di alleanze in modo da tenere impegnate una parte delle forze
             dell’Austria-Ungheria e alleviare la situazione della Serbia .
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                Sazonov  quindi  promise  l’assegnazione  all’Italia,  in  cambio  dell’entrata  in
             guerra, del Tirolo, Trieste e Valona. Queste proposte non furono ritenute sufficien-
             ti dal governo italiano che aspirava a controllare l’area adriatica. Al momento,
             però, l’Esercito Regio non era in grado di entrare nel conflitto in tempi brevi, indi-
             pendentemente da quale decisione il governo avesse preso fra le alternative dispo-
             nibili. L’Italia aveva combattuto la Terza guerra di indipendenza in condizioni di
             superiorità sull’esercito austriaco ma dal 1910, tuttavia, l’Austria-Ungheria aveva
             avviato un massiccio programma di riarmo, che rendeva evidente la condizione
             di inferiorità militare italiana, inferiorità che risultava aggravata dalla sfavorevole
             conformazione dei confini veneti che lasciavano agli austriaci il controllo di gran
             parte delle Prealpi italiane affacciate sulla pianura veneta.
                Questa palese differenza di forze fu in parte colmata tramite un programma di
             fortificazione avviato, ma mai completato, dai generali Enrico Cosenz e Alberto
             Pollio. A ciò bisognava aggiungere che, dal 1912, non si erano risparmiati mezzi
             per la guerra italo-turca e la successiva campagna di “pacificazione” della Libia,
             ove la guerriglia arabo-turca era ben lontana dall’essere sedata. Il nuovo capo di
             Stato Maggiore, Luigi Cadorna, nominato solo il 27 luglio 1914, un mese dopo


             34  R.B. Asprey, L’Alto comando tedesco, Milano, 1993, pp. 7-43.
             35  J.M. Bourne, Who’s Who in World War One, London, 2001, pp. 56-79.
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