Page 369 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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             e militari dell’epoca di aver affrancato il Paese, seppur tra mille difficoltà, dalle
             ingerenze delle potenze europee e di aver mantenuto unito uno Stato che subito
             dopo il 1861 sembrava avesse tutti i sintomi di una repentina disgregazione.
                L’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo provocò l’inizio
             della catena di eventi che diedero inizio allo scoppio della Prima guerra mon-
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             diale (28 giugno 1914) . Per il partito interventista austriaco si presentava quin-
             di l’occasione di vendicare la morte dell’arciduca attaccando la Serbia, come da
             tempo Conrad professava, i vertici militari della duplice monarchia non avevano
             intenzione però di scatenare un conflitto di dimensioni europee. A Vienna si era
             certi che nel caso di un fermo atteggiamento della Germania la Russia non si
             sarebbe mossa come avvenuto nel corso delle due crisi albanesi dell’anno pre-
             cedente. Per quanto concerneva l’Italia, dagli eventi del luglio 1913, gli austriaci
             credevano che essa non si sarebbe intromessa nella questione serba. Per ottenere
             l’appoggio italiano sarebbe stato di primaria importanza promettere compensi ter-
             ritoriali, cosa che i politici austriaci non avevano alcuna intenzione di fare, vi era
             poi il pericolo che l’Italia si opponesse all’azione mettendo in allarme l’Intesa.
             L’appoggio italiano fu valutato però come non indispensabile dall’establishment
             austro-ungarico, mentre i tedeschi probabilmente non riuscirono a valutare con
             la necessaria lucidità la situazione che si venne a creare nell’estate del 1914. Da
             parte italiana la morte del generale Pollio privò l’esercito in un momento alquan-
             to cruciale di una figura estremamente importante. Luigi Cadorna, nuovo Capo
             di Stato Maggiore, si trovò a fronteggiare una situazione d’emergenza, del resto
             soltanto pronte garanzie austriache circa la questione dei compensi avrebbero po-
             tuto indurre l’Italia a partecipare a un conflitto causato da un’azione offensiva
             della duplice monarchia, diretta a tutelare interessi esclusivamente propri e non
             rientrante in alcun modo tra quelle previste per il casus foederis del trattato della
             Triplice.
                Dopo l’assassinio dell’arciduca tutto mutò, l’Austria-Ungheria mise in pre-
             ventivo un’azione offensiva contro la Serbia poiché era comune convinzione che
             l’appoggio tedesco avrebbe frenato l’attivismo russo e il conflitto sarebbe rimasto
             circoscritto. Allorché questi piani si rivelarono errati, e le pressioni francesi pro-
             vocarono l’intervento russo, il governo viennese fu sorpreso e sopraffatto dall’in-
             cedere degli eventi. La duplice monarchia non si rese conto né dell’importanza
             dell’intervento italiano né del fatto che sarebbero state necessarie importanti con-
             cessioni all’Italia per averla dalla propria parte. Si credette probabilmente che
             l’Italia non avrebbe osato abbandonare la Germania, i calcoli austriaci si rivela-
             rono del tutto errati. dopo la proclamazione della neutralità (1 agosto) fu ordinato
             il richiamo degli ufficiali dall’estero, fu disposto l’armamento con materiale a


             30  Vedi L. Magrini, Il Dramma Di Seraievo. Origini e responsabilità della guerra Europa, Milano,
                 1929.
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