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366 la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
esse già ricoprivano in precedenza: quello di garantire in un primo momento la
sicurezza dell’Alsazia per poi passare all’attacco della linea fortificata francese.
In previsione di quest’ultima fase operativa furono infatti fornite informazioni
sulle fortificazioni di Belfort e Epinal. Intanto nel 1903 le autorità militari italia-
ne rivolsero la loro attenzione al confine Orientale e il generale Saletta prese in
esame il progetto di mobilitazione Nord-Est studiato da Cosenz sottoponendolo
a un processo di riesame durato circa un anno. Nell’aprile la visita del presidente
francese Loubet a Roma, che confermava gli ottimi rapporti tra Francia e Italia,
provocò una piccola crisi nelle relazioni italo-tedesche. In quegli anni il bilancio
della guerra iniziò a crescere, nell’esercizio 1905-1906, ad esempio, fu di 296mi-
lioni di lire, il biennio successivo di 305milioni e nel 1907-1908 di 324milioni.
Frattanto, da parte sua, lo Stato Maggiore italiano richiese nel marzo del 1909
alla Marina di realizzare uno studio sommario circa una spedizione marittima
dell’Italia contro l’Impero austro-ungarico che prevedeva varie ipotesi, mentre
lo Stato Maggiore tedesco non faceva più affidamento sull’arrivo della 3ª armata.
L’azione su Tripoli, preparata in maniera capillare dal punto di vista diplomatico,
non lo fu altrettanto da quello militare. Data la poca consistenza della flotta turca
e in considerazione del fatto che le esigue truppe ottomane di guarnigione erano
concentrate in massima parte nelle città costiere, sarebbe stato possibile con una
serie di sbarchi simultanei, effettuati rapidamente e di sorpresa, impegnare queste
forze e annientarle impedendo che si ritirassero all’interno dandosi guerriglia. La
preparazione però iniziò in ritardo, l’occupazione delle città costiere libiche fu
condotta con una serie di operazioni slegate e frammentarie. Dopo la dichiarazio-
ne di guerra la squadra italiana si presentò davanti a Tripoli e il 3 ottobre iniziò il
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cannoneggiamento dei forti .
L’establishment militare austro-ungarico osservò con sospetto l’iniziativa ita-
liana temendo complicazioni balcaniche, il teatro di guerra però si venne a modi-
ficare allorché presero il via le azioni siluranti italiane nello Ionio che distrussero
unità ottomane. L’opposizione, sia pure temporanea, della stampa austro-ungarica
non fu la sola inimicizia che l’Italia dovette affrontare in campo internaziona-
le, parte della stampa tedesca legata alle corporazioni finanziarie aventi interessi
economici in Turchia fu ostile all’impresa. Ciò che più stupì i politici italiani fu
però l’atteggiamento della stampa inglese che, quasi senza eccezioni, si schierò
duramente contro l’iniziativa italiana.
In Francia il clima dell’opinione pubblica fu più disteso, la situazione politico-
militare italiana sul finire del 1911 non poteva certo dirsi rosea: in Libia il nemico
si mostrò sfuggente e non vi erano, al momento, speranze di costringere la Turchia
alla pace agendo in un altro punto del vasto Impero, alcune grandi potenze si mo-
strarono contrarie e l’Italia, sin dalle prime battute, si era impegnata a localizzare
26 AA.VV., L’Italia a Tripoli. Storia degli avvenimenti della Guerra italo-turca, Milano, 1912.