Page 373 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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Battaglia della Marna
la morte per infarto del predecessore Pollio, denunciò quindi l’assoluta mancanza
degli equipaggiamenti invernali, di un parco d’assedio e di bombe a mano, oltre
alla carenza di mezzi di trasporto, mitragliatrici, artiglieria campale e cesoie per
i reticolati. La mobilitazione generale avrebbe richiesto la formazione di almeno
14mila ufficiali, tutti ancora da reclutare. Assai migliore appariva la situazione
della flotta, ma solo in caso di conflitto con l’Austria-Ungheria, dal momento che,
in quegli anni, nessuna potenza marittima poteva rivaleggiare con la flotta inglese.
Nel frattempo gli avvenimenti precipitavano e il 29 ottobre l’Impero Ottomano
entrava in guerra a fianco di Germania ed Austria-Ungheria, aprendo altri fronti.
Ora, con l’Impero Ottomano alleato di Berlino e Vienna e tutta l’Africa già divisa
fra le potenze europee, null’altro restava da offrire all’Italia se non territori fran-
cesi (Nizza, la Corsica o Tunisi) o inglesi (Malta) che, per definizione, non costi-
tuivano compensazioni bensì eventuali prede di guerra e, comunque, avrebbero
richiesto la rinuncia alla neutralità. L’eventuale negoziato circa le compensazioni
si riduceva, ora e finalmente, ai territori austriaci e le carte andavano scoperte, in
tale contesto va interpretato l’intervento che Salandra condusse, sei giorni prima
dell’ingresso nel conflitto della Turchia nel porto di Valona. L’Albania, infatti, era
precipitata nell’anarchia dopo la fuga in Italia del principe Guglielmo di Wied, il
3 settembre, venuto a contrasto con Essad Pascià.
Il principe era il primo sovrano del nuovo stato albanese, indipendente solo
dalla pace di Bucarest dell’agosto 1913 che aveva messo fine alla seconda guerra
balcanica. La caduta del fragile sovrano, quindi, esponeva il piccolo stato alle
rinnovate mire dei vicini: principalmente Grecia e Serbia. Salandra reagì inviando

