Page 434 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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                La Germania solo con difficoltà aveva un accesso telegrafico diretto con il
             paese del sol levante e nella stessa situazione si trovava l’Austria. La guerra aveva
             ovviamente peggiorato le cose, dunque le comunicazioni fra gli Imperi Centrali
             e l’estremo oriente erano molto rallentate. Così, quando l’Austria venne a cono-
             scenza della dichiarazione giapponese, consapevole di non avere possibilità di
             combattere e non volendo essere coinvolta in una guerra con il Giappone, de-
             cise di adeguarsi alle richieste. Fra l’altro il Giappone aveva anche comunicato
             all’Impero asburgico che, se avesse accettato le condizioni proposte, non sarebbe
             esistito motivo per l’interruzione delle loro relazioni. Tuttavia l’Austria non aveva
             modo di comunicare direttamente con Tokyo, così il governo austriaco decise di
             affidare un messaggio ad un paese neutrale, cioè agli Stati Uniti.
                James Gerard inoltrò al Dipartimento di Stato, il 22 Agosto, un messaggio che
             l’ambasciata austriaca gli aveva trasmesso a tarda notte, chiedendogli di recapitar-
             lo al Governo Giapponese. Il messaggio era firmato nientemeno che da Leopold
             Berchtold, Ministro degli Esteri dell’Austria Ungheria.

                   Berlino, 22 Agosto 1914. All’ambasciatore Austro-Ungarico a Tok-
                   yo. H.M.S. Kaiserin Elizabeth, di stanza a Tsingtao, deve disarmarsi
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                   e l’equipaggio procedere per Tientsin. bErchtold
                William Bryan rispose il giorno successivo: «il Dipartimento preferisce non
             trasmettere il messaggio riguardo al disarmo dell’H.M.S. Empress Elisabeth, di
             stanza a Tsingtao» . Intanto l’ambasciatore Gutrhie, ignaro di tutto, tentava di
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             fare del suo meglio per evitare il conflitto fra Vienna e Tokyo, e si diceva sicuro
             di essere riuscito a raggiungere una posizione solida in quel senso, felice di poter
             preservare la pace fra quei due paesi. Naturalmente l’Austria, non avendo risposto
             all’ultimatum, era risultata inadempiente e il 26, non avendo più scelta, riuscì
             almeno ad ordinare al Kaiserin Elizabeth, «di combattere insieme alla Marina
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             Tedesca» . Lo stesso giorno l’ambasciatore austriaco in America informò il go-
             verno di Washington che il suo paese aveva rotto le relazioni diplomatiche con il
             Giappone.
                Lascia molto stupiti che gli Stati Uniti, pur volendo tanto preservare la pace,
             abbiano di fatto, non trasmettendo quel telegramma fondamentale, provocato la
             guerra fra l’Austria ed il Giappone. Di certo gli interessi americani venivano pri-
             ma dei loro ideali. In una logica molto classica, ma sempre efficace, di divide et
             impera, gli americani dettero al Giappone un nemico in più, seppur lontano, spe-
             rando così di poter meglio controllare il loro aggressivo vicino.
                Tsingtao fu immediatamente bloccata dal mare alla fine di agosto, mentre i


             116  frUs, 1914, p. 176.
             117  Ibidem.
             118  Ibid., p. 177.
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