Page 435 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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giapponesi e gli inglesi organizzavano la spedizione. Le operazioni iniziarono il
31 ottobre. La disparità delle forze in campo era enorme. La guarnigione tedesca,
con i marinai austriaci, al comando del Comandante Governatore Alfred Mayer-
Waldeck, arrivava appena a 3.627 unità, mentre i giapponesi avevano mobilita-
to più di 23.000 uomini. Le forze navali combinate britannico-nipponiche erano
composte da cinque navi da battaglia, due incrociatori, due cacciatorpedinieri, più
altre navi di supporto. Quelle tedesche contavano invece sull’incrociatore leggero
Kaiserin Elizabeth, su una nave lancia siluri e quattro cannoniere, due delle quali
da fiume. Le difese della città erano recentemente state aggiornate dalla Marina
Imperiale tedesca, ma avevano una scorta di munizioni limitate. Le forze degli im-
peri centrali resistettero eroicamente per una settimana, sottoposte al fuoco conti-
nuo delle artiglierie pesanti dal mare e delle artiglierie da campagna da terra. La
nave lancia siluri tedesca riuscì ad affondare un incrociatore giapponese, mentre
il Kaiserin Elizabeth si auto affondò dopo aver esaurito le munizioni. Il 7 Novem-
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bre, come riportava il console americano a Nagasaki, «Tsingtao è caduta» .
Circa tre mesi prima, il 19 agosto 1914, il presidente Wilson aveva indirizzato
al Congresso il suo discorso sulla neutralità degli Stati Uniti nei confronti della
guerra in Europa. In primo luogo aveva ammonito i cittadini americani dal pren-
dere una posizione netta nei confronti degli stati belligeranti per non danneggiare
gli interessi della madrepatria, e aveva fatto appello allo spirito di amicizia che
legava il popolo americano a tutti i paesi belligeranti. Il Presiedente era ben con-
sapevole che una buona parte dei cittadini statunitensi aveva origini, lontane o vi-
cine, dai popoli in armi, e che la maggior parte di loro proveniva dall’area tedesca.
Già nel 1900 gli americani di origine germanica erano il 27% della popolazione
totale . Parteggiare quindi per l’uno o per l’altro contendente avrebbe portato ad
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una pericolosa lacerazione interna. Una divisione fatale per la pace ed il benessere
di una nazione rivolta al mantenimento della quiete mondiale e sorretta dall’am-
bizione di farsi arbitro imparziale dei processi di mediazione per i conflitti armati.
La neutralità costituiva quindi un imperativo politico e morale a cui ogni cittadino
americano doveva rigorosamente attenersi. Wilson aveva concluso, quindi, il suo
appello con queste parole:
The United States must be neutral in fact, as well as in name, during
these days that are to try men’s souls. We must be impartial in
thought, as well as action, must put a curb upon our sentiments, as
well as upon every transaction that might be construed as a prefer-
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ence of one party to the struggle before another .
119 Ibid., p. 190.
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120 Ved. G. Mammarella, Destini Incrociati, Bari, Laterza, 2005 , p. 27.
121 W. Wilson, Address to the people of the United States, 18 Agosto 1914, in Two Centuries of U.S.
Policy, cit.,pp. 48-49.

