Page 431 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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             un regno indipendente e tributario della Cina . Il Giappone non faceva mistero
             di voler ulteriormente ingrandire i propri domini continentali, tanto che nel 1910
             la Corea fu annessa all’Impero giapponese, aprendo in questo modo una passag-
             gio verso la Cina. Roosevelt rese tuttavia molto chiaro che qualunque tentativo
             di violare l’integrità territoriale cinese avrebbe provocato una dura risposta da
             parte americana. I rapporti fra le due nazioni divennero, così, progressivamente
             più freddi, anche per via di alcune leggi promulgate dallo stato della California
             nel 1913 e che colpivano selettivamente i giapponesi, impedendo loro di ereditare
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             terreni o imprese . In più la legge californiana stabiliva che i cittadini stranieri
             avrebbero potuto acquisire proprietà, imprese o ereditare, come stabilito nei trat-
             tati internazionali fra gli Stati Uniti ed i cittadini di quella nazione.
                La protesta giapponese fu immediata e molto forte. Gli Stati Uniti avevano si-
             glato con il Giappone un Trattato di Commercio e Navigazione nel 1911, stabilen-
             do che i cittadini dei due stati avrebbero ricevuto nel paese straniero il medesimo
             trattamento dei nazionali, e questo specialmente per quanto riguardava il diritto
             di proprietà. Al Giappone sembrava evidente che quanto deciso dalla California
             andasse contro la lettera e lo spirito del trattato e chiesero al Governo americano
             di intervenire per far abolire quella legge. Senza contare che la disposizione della
             legge californiana riguardante i trattati internazionali sembrava poco chiara. Il
             Governo giapponese si domandava infatti se l’amicizia ed il rispetto fra le due
             nazioni dipendesse solo dal trattato e se si dovesse presumere che se questo fosse
             scaduto senza essere rinnovato i rapporti di amicizia sarebbero caduti con esso.
                Il governo federale, tuttavia, non fece altro che prendere atto, dispiacersi per
             l’inconveniente, e dire che costituzionalmente non poteva fare molto per abolire
             una legge approvata da uno degli stati. Così, alle soglie della Grande Guerra,
             i rapporti fra i due Stati divennero sempre più freddi, se non ostili. Il Governo
             americano era preoccupato dalla spinta espansionistica giapponese e temeva che,
             se avesse a lungo protetto la Cina e la sua integrità territoriale, sarebbe stato ine-
             vitabile un conflitto.
                Dall’oriente,  intanto,  arrivavano  notizie  poco confortanti. Sembrava che il
             Giappone avesse un trattato segreto con la Russia per spartirsi la Manciuria, e
             d’accordo sarebbe stata anche la Gran Bretagna, con l’assicurazione del supporto
             giapponese nell’eventualità di una guerra europea. Le apprensioni del Dipartimen-
             to crebbero così ancora una volta. Se un simile trattato fosse esistito la posizione
             degli Stati Uniti in Cina rischiava di farsi insostenibile. Bryan scrisse il 5 Agosto
             1914 all’ambasciatore americano in Giappone, George W. Guthrie, che rassicurò


             106 Ved. Ivi, p.
             107 UnitEd statEs dEPartMEnt of statE, Papers relating to the foreign relations of the United
                 States with the address of the president to Congress December 2, 1913, U.S. Government
                 Printing Office, Washington, 1928, p. 630.
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