Page 294 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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             a riportare l’aereo con i corpi dei colleghi in territorio italiano. Il Caproni di
             Salomone era decollato insieme ad altri 5 aerei dello stesso tipo, ma non si può
             parlare di bombardamento di massa, perché ogni aereo, si era involato a distanza
             di qualche minuto l’uno dall’altro, di fatto effettuando missioni singole. Questo
             volo, comunque, può essere considerato la prima missione di bombardamento di
             profondità dell’aviazione italiana nella Grande Guerra; d’altro canto, convince
             gli alti comandi della necessità di compiere questo tipo di azioni durante la notte,
             al fine di evitare gravi perdite di uomini e materiali e con la scorta della caccia.
             Salomone, nel frattempo promosso maggiore per meriti eccezionali, perde la
             vita proprio al ritorno da una missione notturna, a causa di un incidente in fase
             di atterraggio. D’Annunzio, che sembra dovesse andare in volo quel 18 febbraio
             al posto del Barbieri, nell’opera il “Notturno” , scrisse di Salomone : “Con la
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             sua vita restò mozza la cima di un bel albero. Accendetegli ogni anno un fuoco
             sul Vulture”.
                Nel 1916 la Caccia vede il suo atto di nascita. Il 7 aprile di questo anno il ca-
             pitano Francesco Baracca è il primo nostro aviatore ad abbattere un aereo nemi-
             co, dando inizio alla serie delle sue vittorie: prima di essere egli stesso abbattuto
             nel giugno del 1918, conterà 34 vittorie riconosciute, diventando l’”Asso  degli
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             Assi” della nostra aviazione durante la Grande Guerra.
                Al posto della pistola Mauser, del fucile mod. ’91, del moschetto, i nostri
             cacciatori iniziano ad avere le mitragliatrici: l’aereo da caccia diventa un vero
             sistema d’arma che viene ancora più potenziato con l’introduzione successiva
             (avvenuta in l’Italia all’inizio del ’17) del dispositivo di sincronizzazione del tiro
             attraverso l’elica.
                Anche la specialità della ricognizione compie nel 1916 dei rilevanti progres-
             si: le squadriglie vengono dotate delle stazioni “Marconi” con le quali le trasmis-
             sioni radio sono molto meno disturbate, tanto da essere sicuramente superiori
             per qualità alle “Telefunken” austriache; aumenta la dotazione delle macchine
             fotografiche, che vengono peraltro sistemate in maniera più idonea, eliminando
             gli effetti dannosi delle vibrazioni; inoltre, le nuove macchine fotografiche sono
             più potenti: a un obiettivo di 165 mm. di distanza focale, si passa a quelli da 240
             e 430 mm. che permettono rilievi da quote superiori, a tutto beneficio della sicu-
             rezza dei nostri aviatori; anche i serbatoi che contengono le lastre aumentano la
             loro capacità, passando da 6 a 12 e 24 lastre, cosa che permette ad ogni volo di
             effettuare ricognizioni più estese. In occasione dell’attacco austriaco della pri-

             24  Opera composta dopo l’incidente aereo dell’inizio del ’16: dopo uno dei suoi tanti voli, in fase
                di atterraggio, con l’idrovolante pilotato dal tenente di vascello Luigi Bologna (a cui è intito-
                lato l’idroscalo di Taranto), il Vate urtò violentemente con il capo, riportando una seria ferita
                all’occhio destro che lo costrinse ad una relativa inoperatività “bellica”. L’opera fu pubblicata
                nel 1921.
             25  Si definisce Asso l’aviatore che riesce ad abbattere cinque o più aerei.
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