Page 290 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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290           il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso


             si tiene a Vienna, Moris e i suoi collaboratori hanno un tale successo da essere
             riconosciuti come i precursori di tutte le apparecchiature della fotografia pano-
             ramica da mezzi aerei.
                In questo periodo, e fin dall’aprile del 1911, Moris è a capo dell’Ufficio Ispe-
             zione dei Servizi aeronautici presso il Ministero della Guerra, rappresentando
             quindi il primo dirigente aeronautico di un organismo a livello centrale che si
             occupa esclusivamente di aeronautica.
                Diventato, il 31 gennaio 1915, Direttore Generale di aeronautica presso il
             Ministero della Guerra, Moris imposta i necessari programmi di potenziamento
             dell’aviazione in un periodo durante il quale i venti di guerra soffiavano sempre
             più forti, dimostrando ancora una volta la sua capacità di pianificare sulla base
             di analisi lungimiranti. Aveva perfettamente ragione: la componente aeronauti-
             ca, alla vigilia dell’ingresso in guerra del 24 maggio 1915, risentiva ancora, in
             misura maggiore rispetto a quella terrestre e navale, del grosso sforzo profuso
             per la Guerra di Libia; ma oltre alle insufficienti risorse economiche destinate
             all’aviazione, c’è, ed è forte, una mentalità, in particolare negli alti vertici, che
             vede l’aeroplano un mezzo per uomini coraggiosi ma quasi irresponsabili e l’a-
             viazione ancora un’attività sportiva. Al termine della Grande Guerra, ad avva-
             lorare ciò che si è detto, la Commissione parlamentare d’inchiesta per le spese
             di guerra pone agli atti una relazione del Capo di Stato Maggiore del R.E. nel
             periodo antecedente all’ingresso in guerra, in cui si afferma che “…l’aviazione
             non poteva rendere utili servizi e quindi era inutile dedicarvi energie di persone
             e di denari”. Comunque una doverosa contestualizzazione della problematica ci
             impone di spezzare una lancia a favore di questa tesi: è sempre la diffidenza nei
             confronti delle novità e la mancanza di conoscenze più approfondite a  condurre
             verso più o meno forti opposizioni alle innovazioni; inoltre, è possibile  declinare
             in realismo l’apparente conservatorismo dei vertici dell’epoca, considerando lo
             stato dell’arte dell’aviazione del periodo: in questo momento storico, un bom-
             bardiere può lanciare poche bombe (giusto il Caproni Ca.300, voluto fortemente
             dal Douhet per la sua ipotizzata Armata Aerea, ne poteva caricare poco più di
             400 chilogrammi), senza l’ausilio di validi strumenti di puntamento, né di dispo-
             sitivi di lancio.
                Nonostante  le  insistenze  del  Moris,  nell’esercizio  finanziario  1914-1915
             viene assegnato all’aviazione un budget di solo poco più di 4 milioni di lire:
             l’Austria ne destina 15, cioè più di tre volte; la Francia 16 volte di più (circa 64
             milioni); la Russia 90 milioni; la Germania addirittura 180 milioni . Il risultato
                                                                        14
             di questa politica è che le nostre forze aeree, nel maggio 1915, contano circa 80
             aerei, tutti di costruzione straniere o costruiti su licenza straniera, e 5 dirigibili:



             14  Dati estrapolati dalla relazione del disegno di legge per la costituzione del Corpo Aeronautico
                Militare del 03 luglio 1914.
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