Page 287 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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III SeSSIone - L’evoLuzIone tecnIco-mILItare deLLa guerra 287
primo novembre seguente il sottotenente Giulio Gavotti, decollato con un mono-
plano Etrich Taube, per una ricognizione sugli accampamenti turchi di Ain Zara,
esegue la prima azione di bombardamento con il lancio di una bomba sferica
Cipelli da 2 kg sporgendosi dalla carlinga; la bomba, appositamente studiata per
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il lancio dagli aerei, risultava poco pratica da gestire: grossa poco più di un’a-
rancia, veniva lanciata dal pilota con una mano, mentre con l’altra continuava a
governare la cloche .
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A queste missioni ne seguirono tante altre, anticipando di fatto tutta una serie
di azioni caratteristiche dell’impiego del mezzo aereo in guerra: il lancio di ma-
nifestini di propaganda che invitano la popolazione, le ricognizioni topografiche
e fotografiche, il volo notturno.
In questa campagna fu anche intensa e molto efficace l’attività degli aerostieri
e dei dirigibilisti .
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In quella esperienza bellica, come all’inizio della Grande Guerra che divam-
perà qualche anno dopo, il parco aeromobili era costituito da aeromobili stranie-
ri, quasi tutti di fabbricazione francese; solo i dirigibili erano di progettazione
e costruzione interamente italiana, grazie ad un’accurata capacità di pianificare
e attuare delle azioni per il raggiungimento di obiettivi tecnico-industriali; ca-
pacità che caratterizzarono l’operato del personaggio che fra poco andremo a
conoscere.
Dopo i successi dell’aviazione durante la campagna di Libia, il fondatore del-
la dottrina aerea in Italia- il gen. Giulio Douhet – scrisse: “Una nuova arma è sor-
ta: l’arma dell’aria; un nuovo campo di battaglia si è schiuso: il cielo; un nuovo
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fatto si è compiuto nella storia della guerra: il principio della guerra nell’aria” .
Il Ministero della Guerra, al termine del suddetto conflitto, per sottolineare
ufficialmente quanto Douhet scriveva e propugnava, diramò una circolare, il 26
ottobre 1912, con la quale elogiava in modo particolare i reparti aeronautici che
avevano dimostrato “di far vedere con la pratica, direttamente quanto da lungo
tempo in teoria si asseriva di essere capaci di fare, luminosamente attestando, per
8 Il Gavotti, durante il volo di ritorno, riesce a lanciare altre tre bombe su un accampamento
turco.
9 Cfr. Ferdinando Pedriali, L’aeronautica italiana nelle guerre coloniali-Libia 1911-1936- Dal-
lo sbarco a Tripoli al governatorato Balbo, Roma, Aeronautica Militare-ufficio Storico, 2008,
Cap.1. Cfr. Cronistoria dell’Aeronautica Militare Italiana, Vol.III: L’aeronautica Militare nel-
la campagna di Libia dal settembre1911 al 30 aprile 1912, Ufficio Storico dell’Aeronautica
Militare, Roma, 1989.
10 I dirigibili inviati sulla “quarta sponda” erano un P.1 e un P.2, del tipo Piccolo allora in servizio
presso il Battaglione Specialisti; dopo alcuni ritardi dovuti alle cattive condizioni meteorologi-
che, le due aeronavi furono utilissime nel mappare le opere difensive nemiche con foto molto
più stabili rispetto a quelle effettuate dagli aeroplani.
11 F. Porro, La Guerra nell’Aria 1915-1918, Milano, Edizioni Mate, 1965, p.15.

