Page 288 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
P. 288

288           il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso


             quanto angustiati dalle resistenze che sempre incontrano le prime prove, l’effi-
             cacia grande dei mezzi aerei nelle operazioni militari.”; dopo un vivo ringrazia-
             mento a tutto il personale aviatorio, la circolare continua con un’esortazione:
                 “L’oblio che tutto assorbe e tutto eguaglia è il nuovo nemico che ora, a guerra
             finita, dobbiamo combattere; importa che quanto si è fatto si raccolga, si rior-
             dini, si renda noto. Ciò servirà alla causa dell’Aeronautica assai più di qualsi-
             asi discussione teorica e servirà ancora alle Superiori Autorità per apprendere
             e correggere tutte le manchevolezze constatate e viste e per ritrarne norma alle
             applicazioni future.”

             Il padre dell’Aeronautica italiana: Maurizio Mario Moris.
                Queste parole illuminate, che oggi potremmo declinare in un’esortazione for-
             te all’analisi e allo studio delle lessons learned e al loro sviluppo in un corpus
             teorico-normativo  funzionale  all’attività  e  alla  pratica  militare  della  nascente
             aeronautica, furono firmate dall’allora Ispettore dei Servizi aeronautici, il colon-
             nello Maurizio Mario Moris, lo stesso che fu il principale fautore di quella policy
             riguardanti i  dirigibili che aveva portato i suoi frutti positivi durante la stessa
             esperienza in Libia.
                Moris non è stato e non è, nella storiografia ufficiale, un personaggio di do-
             minio pubblico: non ha compiuto gesta eclatanti che potessero attrarre l’interesse
             delle masse; né tantomeno ha lasciato scritti autobiografici. Ma Moris è stato, ad
             esempio, il primo militare italiano a brevettarsi come pilota di pallone libero; il
             primo ad andare in volo con  un mezzo aereo più pesante dell’aria, sia pure come
             passeggero ; Moris, infine, fornì le prime essenziali linee guida per l’impiego
                       12
             dei dirigibili, avendo indirizzato in modo particolare i propri studi sullo svilup-
             po, progettazione e costruzione di questi mezzi. 13
                Nato a Parigi nel 1860, Moris frequenta l’Accademia militare di Torino, isti-
             tuzione riservata alla preparazione degli ufficiali delle “armi colte”, l’Artiglieria
             e il Genio; nel luglio del 1881 ne esce con il grado di sottotenente del Genio.
                La sua passione per l’aeronautica nasce e si sviluppa brillantemente con il tra-
             sferimento, avvenuto il primo ottobre del 1893, presso il 3° Reggimento Genio
             di Firenze, quale comandante della Compagnia Specialisti, unità della Brigata
             Specialisti distaccata a Roma.
                Moris parla e scrive correttamente in francese, oltre a conoscere abbastanza



             12  Recatosi in Francia, nel 1908, dopo aver acquistato per conto del Club degli Aviatori di Roma,
                di cui era stato uno dei più convinti fondatori, e di cui divenne il primo presidente, un velivolo
                da Wilbur Wright, compì, come passeggero, primo italiano in assoluto, con lo stesso Wilbur,
                un volo che lo portò alla quota di 100 metri dal suolo.
             13  Cfr. Giuseppe Pesce, Maurizio Mario Moris. Padre dell’aeronautica italiana, Roma, Aero-
                nautica Militare-ufficio Storico, 1994.
   283   284   285   286   287   288   289   290   291   292   293