Page 477 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
P. 477
ConClusioni 477
sviluppo dell’aviazione da caccia, costretta per tutto il 1916 a contare per questa
specialità solo sulle forniture tedesche, limitate ad una sessantina di macchine,
mentre nessun risultato pratico ebbero le iniziative avviate nel settore dei velivoli
da bombardamento.
Le dimensioni degli apparati militari, l’importanza del problema dei
rifornimenti ed il venir meno di qualunque possibilità di manovra come
conseguenza del consolidarsi dei sistemi di fortificazioni campali trasformano
l’azione dei comandi, da un lato chiamati ad alimentare lo sforzo sulla linea del
fronte -un termine che si impone nel suo pieno significato proprio con la Grande
Guerra a sottolineare l’estensione e la linearità delle organizzazioni difensive-
dall’altro sollecitati a trovare un modo per portare a conclusione il conflitto,
rompendo lo stallo e ridando dinamicità all’azione. La condotta della guerra viene
così ad essere impostata secondo le teorie dell’organizzazione scientifica del
lavoro e della gestione manageriale delle risorse, il che favorisce la soluzione del
problema logistico, permettendo di inquadrare in modo ottimale la dimensione
materiale del conflitto, e sembra offrire una via d’uscita anche per i problemi
posti dalla solidità delle organizzazioni difensive, imperniate sulla potenza di
fuoco delle armi automatiche e dell’artiglieria. Accantonato il concetto della
battaglia per fasi, proprio dell’arte militare dell’Ottocento, che vedeva ciascuna
delle tre armi, artiglieria, fanteria, cavalleria, impegnato in un diverso momento
dell’azione, si era ormai consolidata la necessità di un’autentica cooperazione
interarma tra artiglieria e fanteria, necessità emersa nelle guerre anglo-boera e
russo-giapponese.
Al tempo stesso sussisteva l’esigenza di mantenere il controllo dell’azione
su un campo di battaglia che per le sue stesse dimensioni, e per la sua intrinseca
letalità, non permetteva più al comandante di seguirne di persona l’andamento
come era stato ancora possibile nelle campagne napoleoniche e fino alla guerra
civile americana. I progressi della tecnologia degli armamenti che avevano
caratterizzato gli ultimi decenni dell’Ottocento non erano stati accompagnati da
sviluppi altrettanto significativi nel campo della mobilità e delle comunicazioni
a livello tattico, due settori nei quali la situazione era sostanzialmente immutata
rispetto a cento anni prima ed era anzi se possibile peggiorata, considerata la
“desertificazione” dello spazio del combattimento creata dalle nuove armi.
Uscita sostanzialmente di scena la cavalleria, la velocità di movimento era quella
dell’uomo a piedi e, per quanto riguarda le comunicazioni, il telegrafo non era di
nessuna utilità a livello tattico mentre le reti telefoniche diventavano inutilizzabili
nelle tempeste di fuoco create dall’artiglierie e non potevano comunque
accompagnare gli sbalzi in avanti della fanteria. La soluzione a questo problema
fu cercata in tattiche di combattimento lineari, ritenute più idonee a permettere
agli ufficiali il controllo dei loro uomini, ed erano funzionali a quel meccanismo
delle “ondate successivamente rincalzantesi”, come recitavano i regolamenti

