Page 66 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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66 il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso
L’ipotesi più probabile è che il sostegno alla Senussia dato dagli imperi centrali
sia da interpretare come il sostegno ad un conflitto a relativa bassa intensità, in
un’area vicina al Canale di Suez, anche alla luce del tentativo turco del 1915
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relativo proprio in quest’area .
Inizialmente in Libia si ripropone lo stesso schema già collaudato in Eritrea
– quello della “politica dei capi” (con la sua declinazione in politica tigrina e
politica scioana) – che però non funziona in Libia e si trasformerà proprio du-
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rante il conflitto in politica delle qabile . Questa politica coloniale è strettamente
connessa alle vicende politiche e militari del Primo conflitto mondiale che con-
sentono di aprire quindi una serie di osservazioni sulla politica e sulla politica
militare italiana in Libia. La prima riguarda il ruolo stesso dell’Italia nel conflitto
nel 1914. E’ del tutto evidente che il nostro Paese era già coinvolto nella guerra
e, sebbene ancora “neutrale”, gli avversari erano facilmente individuabili non
solo nei “ribelli” libici ma anche nelle potenze tedesca e turca. La seconda osser-
vazione afferisce alla prospettiva cronologica che ci appare in una luce diversa:
non più il 1915-1918 ma, almeno in Africa, l’Italia combatte una guerra che ha il
suo inizio nel 1911 e che vede la sua conclusione con la “pacificazione militare”
della Tripolitania e del Fezzan e con l’acquisizione dell’Oltre Giuba, cioè nel
1924. Per l’Italia, quindi – e a differenza di altre nazioni coinvolte nella Grande
Guerra – il conflitto nel teatro africano è tutt’altro che minore in un contesto di
conflitto globalizzato ma anche cronologicamente più ampio.
A fianco degli elementi appena elencati ve ne è un altro che rappresenta
l’oggetto di questo lavoro e che ritengo di estremo interesse: il reclutamento e
l’impiego delle truppe coloniali durante il conflitto. In Libia operarono militari
(ascari) in tutti i Regi Corpi di Truppe Coloniali, i libici, gli eritrei e i somali.
Ed è in questa fase che si configura un aspetto che segnerà profondamente la
politica coloniale italiana in particolare per l’Eritrea. L’Esercito da questo mo-
mento assume sempre più il ruolo guida come “azienda” della colonia, attirando
uomini non soltanto da questa ma anche dai territori circostanti, in particolare
dall’Etiopia, modificando in maniera profonda il rapporto tra società tradizionale
e società “modernizzata” e introducendo elementi di specializzazione del lavoro
che avranno anche una ricaduta sulla mobilità sociale della colonia . Appare del
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dall’apertura delle ostilità con la Germania fino al giugno 1917, Roma, Tipografia Regionale,
1937.
5 Tra il gennaio e il febbraio 1915 l’esercito turco aveva tentato l’occupazione del delta del Nilo
e dell’area del Canale di Suez partendo dalla penisola del Sinai con un corpo di spedizione
di circa 25.000 uomini. Gli ottomani furono però sconfitti dalle forze britanniche di stanza in
Egitto.
6 Su questo tema Chiara Pagano, Catalogare le qabile e tracciare i confini dello spazio sociale in
Tripolitania (1914-1918), saggio in corso di stampa.
7 Sui temi della paga come elemento di attrazione per il reclutamento, sulla funzione del reclu-

