Page 93 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
P. 93

I SeSSIone - l’evoluzIone InternazIonale del ConflItto               93


             siva senza che fosse stata completata la laboriosa preparazione prefigurata è una
             delle ragioni addotte a giustificazione della debolezza di Evert e del Fronte Ovest
             nell’appoggiare l’azione di Brusilov. In realtà, al momento in cui inizia a espri-
             mersi la pressione russa, la situazione sul fronte italiano appare già stabilizzata.
             In particolare, già prima dell’intervento russo la spinta dei reparti austro-ungarici
             si era esaurita, da un lato a causa della penuria di materiali, dall’altro delle diffi-
             coltà logistiche, in parte derivanti dalla rapida avanzata precedente. Secondo il
             Capo di Stato Maggiore dell’esercito austro-ungarico, il mancato sostegno tede-
             sco avrebbe inoltre svolto una parte nel determinare il fallimento dall’azione. Le
             necessità della campagna di Verdun avevano spinto, infatti, il Großer General-
             stab a rifiutare l’aiuto più volte richiesto da Conrad per lanciare la sua offensiva
             sulle Alpi (che avrebbe dovuto concretizzarsi nel trasferimento di reparti tede-
             schi sul fronte orientale per consentire il riposizionamento su quello italiano di
             quelli austro-ungarici), che aveva finito così per basarsi sulla sola azione della
             3^ e dell’11^ armata .
                               14
                Da questo punto di vista, la Strafexpedition costituisce un importante punto di
             crisi nelle relazioni militari austro-tedesche; un punto di crisi che sarà superato
             veramente solo alla fine dell’anno successivo, quando il contributo tedesco – di
             uomini e di dottrina – si dimostrerà fondamentale per il successo di Caporetto.
             Allo stesso tempo, le vittorie iniziali di Conrad e la minaccia concreta di uno
             sfondamento su Vicenza e la pianura retrostante pongono forse per la prima volta
             all’attenzione degli anglo-francesi l’importanza del fronte sud ai fini dello sforzo
             bellico, evidenziando la presunta fragilità dell’alleato italiano. E’ una fragilità,
             questa, che emerge più sul piano politico che militare. Se alla fine di giugno
             il fronte poteva, infatti, ritenersi consolidato lungo la linea Coni Zugna-Pasu-
             bio-Monte  Majo-Val  Posina-Monte  Cimone-Val  d’Astico-Val  d’Assa-Monte
             Mosciagh-Monte Zebio-Colombara-Ortigara, la vicenda degli Altipiani aveva
             messo in luce la debolezza strutturale dell’esecutivo Salandra e i problemi che
             esistevano sia al suo interno, sia nei suoi rapporti con l’Alto Comando. La caduta
             del governo e la formazione dell’esecutivo Boselli non avrebbero migliorato le
             cose, perpetuando (e in molti casi aggravando) una situazione i cui effetti ri-
             schiavano di riverberarsi su tutta l’Intesa . Il fallimento della Somme, anch’essa
                                                 15

             14  Sugli screzi fra Conrad e Falkenhayn (che, nel corso del conflitto, ebbero molte altre occasioni
                di esprimersi) cfr., per tutti, L. Sondhaus, Franz Conrad von Hötzendorf: l’anti Cadorna, trad.
                it., Gorizia, 2003. Sul tema più ampio dei rapporti austro-tedeschi cfr. G.E. Silberstein, The
                Troubled Alliance: German-Austrian Relations, 1914-1917, Lexington, KY, 1970. Sugli screzi
                fra l’Alto Comando asburgico e la Ballhausplatz cfr. Id., The High Command and Diplomacy
                in Austria-Hungary, 1914-1916, “The Journal of Modern History”, vol. 42 (1970), n 4, pp.
                586-605.
             15  Su questi aspetti cfr. – pur con i limiti evidenziati dalla letteratura più recente – P. Melograni,
                Storia politica della grande guerra: 1915-1918, Milano, 1998 (prima ed., Bari, 1969).
   88   89   90   91   92   93   94   95   96   97   98