Page 90 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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             indicativo di una non piena sintonia d’intenti è il tentativo francese di spostare
             sull’alleato una parte crescente dello sforzo, ad esempio con la richiesta avanzata
             il 29 dicembre 1915 di rilevare le posizioni sino allora tenute dalla 10^ armata,
             duramente provata durante la seconda e la terza battaglia dell’Artois, richiesta
             ribadita con forza crescente dopo l’inizio dell’offensiva di Verdun .
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                E’  l’iniziativa  tedesca  ad  alterare  il  significato  strategico  degli  accordi  di
             Chantilly, trasformando quello che avrebbe dovuto essere uno sforzo offensi-
             vo concertato in una serie d’azioni sostanzialmente d’alleggerimento. Sul fronte
             italiano, il 9 marzo ha inizio la quinta battaglia dell’Isonzo; un’offensiva cui lo
             stesso l’Alto Comando attribuisce obiettivi limitati. «L’operazione non avreb-
             be rappresentato un passo decisivo verso la vittoria, e anche Cadorna ne era
             consapevole; l’obiettivo era invece quello di indebolire ulteriormente l’Austria,
             offrendo  contemporaneamente  sostegno  alla  Francia» . Anche  per  questo,  gli
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             ordini d’operazione sono «vaghi e imprecisi»: sia la 2^ (Frugoni), sia la 3^ Ar-
             mata (Emanuele Filiberto) «potevano dirigere le loro forze [diciotto divisioni,
             rinforzate nel caso di quelle della 2^ Armata, più le undici divisioni della ri-
             serva speciale] dove ritenevano opportuno, in modo comunque da contribuire
             “direttamente o indirettamente” alla presa di Gorizia e di Tolmino» . La natura
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             d’alleggerimento delle operazioni è rimarcata anche da Cadorna che, nelle sue
             memorie, se da un lato sottolinea i (limitati) successi conseguiti a livello locale,
             dall’altro ribadisce chiaramente l’inutilità dello sforzo in termini complessivi,
             osservando come «[n]on mi consta […] che lo stato maggiore alleato abbia cre-
             duto sul serio che con tali attacchi noi potessimo produrre un efficace diversivo
             alle operazioni di Verdun!» .
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             5  I rapporti fra i vertici militari britannici e francesi sono analizzati dettagliatamente in W.J.
                Philpott, Anglo-French Relations and Strategy on the Western Front, 1914-18, London, 1996;
                sulla collaborazione di guerra fra Gran Bretagna e Francia cfr. anche E. Greenhalgh, Victory
                through Coalition. Britain and France during the First World War, Cambridge, 2005.
             6  J.R. Schindler, Isonzo. Il massacro dimenticato della Grande Guerra, trad. it., Gorizia, 2002, p.
                216.
             7  Ivi, p. 217. Cfr. anche A. Sema, La Grande Guerra sul fronte dell’Isonzo, Gorizia, 2009, p.
                183, secondo cui «[l]a cosiddetta “quinta offensiva” fu una dimostrazione offensiva, o meglio
                una finta offensiva per tacitare gli alleati e impedire lo spostamento di forze austriache su altri
                fronti. Le azioni di marzo consentirono a Cadorna di dimostrare agli alleati che l’Italia stava
                facendo la sua parte. Egli lasciò ai suoi comandanti la massima libertà d’azione in funzione di
                risultati raggiunti dall’offensiva metodica, specie attorno a Gorizia e Tolmino».
             8  L. Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Fino all’arresto sulla linea della Piave e del Grappa
                (24 maggio 1915 - 9 novembre 1917), vol. I, Milano, 1921, p. 175; lo scarno (poco meno di
                una pagina) resoconto della quinta battaglia dell’Isonzo è inquadrato da un altrettanto scarna
                esposizione dei suoi obiettivi strategici, secondo la quale «[s]ul finire della prima decade di
                marzo [1916], intensificandosi l’attacco tedesco contro Verdun, il Comando supremo italiano,
                essendo stato richiesto dall’alleato della sua cooperazione, dispose perchè [sic] si esercitasse
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