Page 156 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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156 il 1917. l’anno della svolta
L’impiego delle squadriglie di bombardieri Caproni, accentrato alle dipen-
denze del Comando Supremo per il tramite dell’Ufficio Servizi Aeronautici, era
intanto diretto soprattutto contro obiettivi propri dell’interdizione del campo di
battaglia, ma nell’estate del 1916, grazie anche all’ormai acquisita superiorità
aerea, diventò possibile ipotizzare per la componente da bombardamento, forte
di qualche decina di trimotori, anche scopi più ambiziosi. Il 1° agosto, su ri-
chiesta della Regia Marina, 24 Caproni decollarono così alla volta di Fiume per
bombardare il silurificio Whitehead, il cantiere Danubius e la locale raffineria,
in quella che può essere considerata la prima operazione di respiro strategico
dell’aviazione italiana. Anche se sulla via del ritorno uno dei bombardieri venne
abbattuto, fu un indubbio successo e scosse profondamente l’opinione pubblica
austro-ungarica.
Nei mesi a seguire gli attacchi dei Caproni tornarono a essere mirati contro
terminali ferroviari e depositi, con qualche occasionale incursione sulla stazione
idrovolanti e sui cantieri di Trieste, ma l’idea che fosse possibile fare di più si era
ormai radicata anche al di fuori dell’ambito militare ed emerse chiaramente nel
dibattito sulla questione aviatoria sviluppatosi sulla stampa italiana all’inizio del
1917 con l’obiettivo di rilanciare la crescita dei servizi aeronautici modernizzan-
do la flotta. In un articolo apparso il 15 marzo sull’Idea Nazionale, inteso a soste-
nere la validità delle scelte operate dal Comando Supremo e dal Ministero della
Guerra rivendicando l’importanza dei risultati ottenuti, si sottolineava a esempio
come l’aviazione italiana potesse vantare una componente di eccellenza nelle
sue squadriglie da bombardamento: “Gli apparecchi da offesa - i veri destinati
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a fare dell’aviazione un’arma capace di portare lo scompiglio nelle retrovie ne-
miche e di stringere l’esercito avversario fra il fuoco di mitragliatrice di fronte e
una pioggia di proiettili alle spalle - sono una nostra assoluta prerogativa. Non
c’è esercito che possa vantare al suo attivo bombardamenti organizzati e pode-
rosi come quelli di Lubiana, di Trieste, di Fiume e di Pola”.
Nello stesso periodo l’idea di un impiego di più ampio respiro delle squadri-
glie da bombardamento veniva avanzata anche dalla Direzione Generale d’A-
eronautica in un documento programmatico firmato dall’allora direttore, mag-
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gior generale Giovanni Battista Marieni, in cui veniva esaminata la situazione
6 Per la nostra guerra aerea, L’Idea Nazionale, 15 marzo 1917, firmato con le iniziali G. C..
Fondato da Enrico Corradini nel 1911 come settimanale e diventato quotidiano nel 1914, L’I-
dea Nazionale era schierato sulle posizioni dell’Associazione Nazionalista Italiana e aveva
sostenuto con decisione la causa interventista. Nel 1925 cessò le pubblicazioni venendo assor-
bito da un altro quotidiano, La Tribuna.
7 Giovanni Battista Marieni, nato a Bergamo nel 1858, frequentò la Scuola d’Applicazione di
Artiglieria e Genio di Torino da cui uscì come sottotenente del Genio nel 1882. Ebbe un ruolo
importante nel rinnovamento delle infrastrutture del Regio Esercito, con la costruzione delle
prime caserme moderne e con i lavori di fortificazione alle frontiere. Nel 1912, ormai colon-
nello, fu in Tripolitania dove diresse l’allestimento delle fortificazioni di Tripoli e di Homs e la