Page 157 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             complessiva  dell’aviazione.  Secondo Marieni  ciò che importava  era colpire
             l’avversario ogni qual volta fosse possibile, e in questa ottica il collegamento
             con l’azione delle forze di terra era auspicabile ma non essenziale. Ne derivava
             una sostanziale indipendenza dell’azione da bombardamento, motivata peraltro
             con ragioni di opportunità e non in relazione a obiettivi di valenza strategica o
             politica: “Sarei d’opinione che non occorra per impiegare i Caproni attendere
             che sopravvengano esigenze strategiche o tattiche; quando l’atmosfera permette
             di volare, ogni giorno od ogni notte è buona per recar danni al nemico. Tanto
             meglio se tali danni potranno in linea subordinata concorrere direttamente alla
             buona riuscita di altre operazioni. Anche se si dovrà perdere qualche apparec-
             chio sarà sempre minor male del tenere oziose per mesi squadriglie efficienti
             desiderose e capaci di cimentarsi con successo”.
                Nella  visione del Comando Supremo rimaneva però centrale l’idea che il
             bombardamento aereo dovesse comunque concorrere alle operazioni offensive
             e difensive delle armate, come emerge chiaramente da un promemoria del 29
             marzo 1917 indirizzato ai comandi di grande unità.  Sottolineata la necessità di
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             realizzare la massima concentrazione degli sforzi nel tempo e nello spazio, gli
             obiettivi erano classificati sulla base della distanza dalla linea del fronte e degli
             effetti ipotizzabili sulle operazioni in corso, riconducendo il tutto a un contesto
             essenzialmente tattico in cui venivano privilegiati l’interdizione delle vie di co-
             municazione e il martellamento di centri logistici e sedi di comandi. Naturalmen-
             te l’efficacia degli attacchi veniva fatta dipendere dal numero e dalle capacità dei
             mezzi disponibili, e altrettanto chiara era l’incidenza delle condizioni atmosferi-
             che, sia di giorno e nelle notti di luna, quando operavano i velivoli, sia nelle notti
             senza luna, quando operavano i dirigibili. Da non trascurare infine il problema
             del puntamento, per il quale una buona comprensione dei fondamenti teorici si
             scontrava con le possibilità degli strumenti dell’epoca, come all’inizio del 1917
             aveva messo in evidenza il maggiore Ernesto La Polla, all’epoca al comando del
             III gruppo aeroplani: 10


                realizzazione di strade e impianti idrici. Allo scoppio delle ostilità ebbe il comando del Genio
                del III Corpo d’Armata, schierato dallo Stelvio al Lago di Garda, poi il 22 dicembre 1915 gli fu
                affidata la Direzione Generale d’Aeronautica che tenne fino al 28 ottobre 1917, quando venne
                chiamato ad assumere il Comando Generale del Genio che tenne fino al 10 agosto 1920. Per
                la sua opera come Direttore Generale d’Aeronautica prima e Comandante Generale del Genio
                poi può essere considerato uno degli artefici della vittoria. Morì a Bergamo nel 1933.
             8  Ministero della Guerra, Direzione Generale d’Aeronautica, Impiego dell’Aviazione, n. 335
                R.P. del 23 marzo 1917, AUSSMA, I primordi, b. 28, fasc. 369.
             9  Comando Supremo, Ufficio Servizi Aeronautici, Impiego di mezzi aeronautici in operazioni di
                bombardamento intese a cooperare alle azioni offensive o difensive delle nostre armate sulle
                fronte principali, 29 marzo 1917, AUSSMA, I primordi, b. 28, fasc. 369.
             10  Comando III Gruppo Aeroplani, Promemoria pel Sig. Capo di S.M. della 1ª armata, AUSS-
                MA, IV Gruppo Aeroplani, Varie 1917. Nato a Matera nel 1872, Ernesto La Polla, ufficiale
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