Page 160 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
P. 160
160 il 1917. l’anno della svolta
ricerca di autonomia destinata a diventare centrale nel dibattito sul futuro dell’a-
viazione e a concretizzarsi nel giro di qualche anno.
Gli stessi concetti e le medesime argomentazioni vengono riproposte dal ter-
zo dei documenti prodotti da Caproni, il Memorandum sulla Guerra Aerea indi-
rizzato al “Servizio Aeronautico degli Stati Uniti” e inteso a convincere i nuovi
alleati dell’importanza dell’aviazione da bombardamento, in grado di colpire
ovunque incidendo sia sull’organizzazione industriale dell’avversario, e quindi
sull’approntamento del suo strumento militare, sia sul regolare andamento della
vita nelle sue città, e quindi sul morale della popolazione:
“Da un punto di vista politico l’importanza dell’aviazione supera quella di
qualsiasi altro strumento di guerra per due ragioni:
– essa opera dentro ed attraverso il territorio nemico. Essa trasferisce la
guerra al di là delle linee del fronte, fin dove si svolge la vita pubblica e si
preparano gli strumenti di offesa e di difesa;
– essa opera a diretto danno dei civili nelle aree con grande densità di po-
polazione, e cioè nei più sensibili centri della nazione, dove lo scoraggia-
mento e la depressione provocano gli effetti più pericolosi.”
Il documento si soffermava sull’intrinseca vulnerabilità dell’organizzazio-
ne della produzione bellica, “così complessa ed interdipendente nelle sue varie
branche, da poter essere paragonata col meccanismo d’un orologio”. La rottura
di una sola rotella dei suoi ingranaggi sarebbe dunque sufficiente ad arrestarla, il
che era fattibile grazie ai nuovi bombardieri plurimotori con un raggio d’azione
superiore ai 300 chilometri e una capacità di carico che in prospettiva poteva
presto arrivare ai 3.000 chilogrammi. Queste macchine avrebbero permesso di
colpire le installazioni industriali della Germania e dell’Austria-Ungheria tanto
duramente da controbilanciare ampiamente gli effetti della guerra sottomarina
illimitata. Nell’anticipare le obiezioni relative all’entità delle risorse necessarie e
all’esigenza di limitare il raggio d’azione dei bombardieri a quello dei caccia che
dovevano proteggerli, Caproni affermava che si trattava di una frazione percen-
tuale di quanto veniva già speso per le mille necessità della guerra, e aggiungeva
che i bombardamenti avrebbero dovuto essere compiuti di notte, per minimiz-
zare l’efficacia delle difese. Non si doveva però perdere tempo, in quanto se
l’avversario fosse riuscito a prendere l’iniziativa avrebbe potuto impedire l’ap-
prontamento di una forza in grado di rispondere ai suoi attacchi. La superiorità
aerea è infatti condizione necessaria per una campagna aerea contro i gangli
vitali dell’organizzazione industriale dell’avversario e contro la popolazione da
cui questa trae la forza lavoro, e “gli impianti di aeroplani nemici sono i primi
obiettivi da colpire, danneggiare e distruggere”.
Nell’estate del 1917, dal forte di Fenestrelle, tornò a far sentire la sua voce
Douhet, con uno studio indirizzato ai vertici del Regio Esercito in cui sviluppava
argomentazioni analoghe a quelle di Caproni, proponendo le stesse considera-