Page 164 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             Si miri con volo acuto verso il cuore della resistenza nemica. Si incendi con una
             pioggia di distruzione l’officina che crea le armi della difesa tedesca […] Cada
             dal cielo la pioggia mortale portata dalle ali latine. Nessuno ci condannerà
             mai, di aver assassinato la guerra”. C’erano in queste parole, come negli scritti
             appassionati dei più appassionati sostenitori dell’indipendenza del potere aereo,
             tutti gli elementi di un dibattito destinato a prolungarsi ben oltre il termine del
             conflitto e ad arrivare fino ai giorni nostri attraversando l’era nucleare.
                Lo stesso D’Annunzio avrebbe peraltro dato prova di un maggior pragma-
             tismo in una memoria consegnata all’Ufficio Servizi Aeronautici l’11 maggio
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             1917.   Il documento, partendo dall’assunto del primato italiano nella costruzio-
             ne dei grandi velivoli da bombardamento, accennava alla possibilità di degrada-
             re la capacità produttiva della Germania, obiettivo che poteva essere raggiunto
             solo con uno sforzo congiunto dell’Intesa, e passava poi ad analizzare il fronte
             italiano, indicando come bersagli prioritari la base navale di Pola e la linea di co-
             municazione che alimentava il saliente trentino. A questo punto D’Annunzio ab-
             bandonava il tema dell’impiego strategico delle squadriglie da bombardamento
             per soffermarsi sulla necessità di un loro intervento a diretto supporto delle forze
             di terra nell’ormai imminente offensiva. Le squadriglie dovevano concorrere a
             logorare l’avversario attaccando nelle immediate retrovie del fronte i reparti di
             rincalzo e le postazioni dell’artiglieria. L’urgenza del momento faceva dunque
             scivolare in secondo piano l’idea di un impiego strategico e indipendente dei
             reparti da bombardamento a favore di un loro impiego coordinato con l’azione
             delle forze di terra.
                Anche se questa sarebbe stata l’impostazione prevalente per l’impiego delle
             squadriglie di trimotori Caproni nel corso della primavera e dell’estate (Deci-
             ma Battaglia dell’Isonzo, Battaglia dell’Ortigara, Undicesima Battaglia dell’I-
             sonzo), qualcosa stava però cambiando, riproponendo su più larga scala quanto
             era stata fatto su Fiume un anno prima. Una prima manifestazione di questo
             orientamento, che in qualche modo recepiva le sollecitazioni di quanti vedeva-
             no nell’arma aerea uno strumento dalle potenzialità non sfruttate, fu l’ordine di
             operazione del 6 luglio con cui il Comando Supremo ordinò di effettuare alme-
             no due incursioni notturne su Pola nel primo periodo utile di luce lunare.  Ad
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                di ricoveri fu l’inizio di una profonda conversione religiosa fondata su un’assoluta dedizione
                alla Chiesa Cattolica. Proprio la fede gli dette la forza di sopportare la condizione di cecità
                permanente in cui precipitò nel 1923, spingendolo a dedicarsi a opere di carattere assistenziale
                come presidente dell’Associazione nazionale Ciechi mentre continuava a coltivare la poesia.
             15  Capitano Aviatore Gabriele D’Annunzio, Dell’uso delle squadriglie da bombardamento nelle
                prossime operazioni, 11 maggio 1917. Il documento è riprodotto integralmente in D. Ludovi-
                co, Gli aviatori italiani del bombardamento nella guerra 1915-1918, Ufficio Storico Stato
                Maggiore Aeronautica, Roma, 1980, pp. 35-40.
             16  Comando Supremo, Reparto Operazioni, Ufficio Servizi Aeronautici, ordine di operazione
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