Page 161 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             zioni di natura tecnica e ampliando quelle di natura dottrinale.  L’incursione
             compiuta in pieno giorno su Londra dall’aviazione tedesca il 13 giugno era una
             chiara dimostrazione delle potenzialità dell’aviazione da bombardamento e una
             altrettanto evidente conferma del fallimento degli Zeppelin. Un pugno di velivoli
             aveva causato vittime e danni in misura ben superiore a quanto avevano fatto le
             aeronavi, sottolineando che, se da un lato “12-15 aeroplani, sia come costo, sia
             come dispendio di energie, sia come equipaggio, non equivalgono nemmeno ad
             un solo Zeppelin”, dall’altro “mentre gli aeroplani possono offendere di pieno
             giorno, i dirigibili non possono arrischiarsi che di notte, fra la nebbia e le nuvo-
             le, colla assoluta incertezza di raggiungere il proprio obiettivo”.
                I potenti velivoli ormai nell’inventario di tutte le aviazioni permettevano di
             ottenere risultati più consistenti e soprattutto più certi, potendo per questo esse-
             re assimilati a batterie di cannoni a lunga gittata in grado di concentrare il loro
             fuoco su località molto lontane dalla linea del fronte. Diventava così possibile
             aggirare quelle solide difese che avevano dato al conflitto in corso il carattere di
             un gigantesco assedio, facendone crescere a dismisura il costo in vite umane e in
             materiali, per andare a colpire i punti vitali dell’avversario. L’Intesa, che con il
             concorso degli Stati Uniti possedeva i mezzi necessari per approntare una flotta
             aerea di grande potenza, doveva quindi indirizzare tutte le sue energie alla cre-
             azione di un’armata aerea, ben distinta dal complesso dei mezzi aerei impiegati
             a supporto degli eserciti e delle marine, da lanciare in massicci attacchi sulla
             Germania e sull’Austria per portarvi la distruzione e il terrore e arrivare rapida-
             mente alla vittoria. Un tale strumento doveva essere indipendente dalla struttura
             di comando delle forze di superficie e il suo impiego doveva avere carattere
             unitario, dal momento che il raggio d’azione dei velivoli avrebbe permesso di far
             convergere più formazioni sull’obiettivo, ma indipendenza d’azione e unitarietà
             dello sforzo sarebbero state inutili in mancanza di una chiara visione dello scopo.
             A tal proposito Douhet distingueva due momenti successivi, facendo precede-
             re la conquista del dominio dell’aria alla distruzione metodica delle fonti della
             capacità di combattimento dell’avversario. Nel riproporre concetti in parte già
             noti, Douhet li razionalizza così in una elaborazione dottrinale i cui punti salienti
             sono la distruzione a terra del potenziale aereo dell’avversario, affidando così il
             compito di conquistare il dominio dell’aria al bombardamento e non alla caccia,
             e l’attacco sistematico ai centri industriali e demografici:
                   “I concetti generali ai quali la grande offensiva dovrebbe obbedire sono
                i seguenti:
                   1°) Impadronirsi del dominio assoluto dell’aria mediante la distruzione
                sistematica  degli  aeroscali,  dei  centri  di  rifornimento  e  di  produzione  del
                materiale aereo nemico. Attualmente tutto ciò è esposto completamente alle

             11  Douhet G., La grande offensiva aerea, Reclusorio di Fenestrelle, 30 giugno 1917, AUSSMA.
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