Page 162 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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162                                                  il 1917. l’anno della svolta



                offese aeree e la distruzione delle basi aeree nemiche è immediatamente più
                efficace che non la caccia agli aerei nemici.
                   2°) Conquistato il dominio dell’aria, e cioè assicurato ciò che sta dietro
                il fronte, procedere alla distruzione sistematica dei centri vitali del nemico
                in modo da togliere o, per lo meno, da ridurre, agli eserciti ed alle armate
                nemiche i mezzi di rifornimento e di vita e da abbattere rapidamente la forza
                morale delle nazioni avversarie.”
                In questo modo un’armata aerea di 10.000 aeroplani con un carico bellico di
             almeno 500 chilogrammi avrebbe dato all’Intesa la capacità di lasciare cadere in
             un solo attacco non meno di 5.000 tonnellate di bombe, e di proseguire nell’a-
             zione di distruzione giorno dopo giorno, fino a spezzare la volontà di resistenza
             dell’avversario. Tenuto conto della dura prova a cui erano già state sottoposte
             le nazioni in guerra, Douhet era certo che per questa via sarebbe stato possibile
             abbreviare la durata del conflitto e, in ultima analisi, risparmiare delle vite: “Su
             quale effetto morale, oltre ai danni materiali, non si potrebbe contare quando
             ogni centro più vitale e sensibile del nemico si sentisse soggetto ad essere di-
             strutto da un giorno all’altro, anzi da un’ora all’altra? E lo spezzare la forza
             morale delle nazioni nemiche, forza morale ormai dolorosamente tesa, rappre-
             senta la vittoria decisiva.”  In questa prospettiva colpire la popolazione è una
             scelta dolorosa ma inevitabile per porre termine a un conflitto di cui non si vede
             la fine: “L’offesa aerea esercitata in grande, essendo terrificante ed agendo sulla
             forza morale degli elementi meno saldi e meno disciplinati della nazioni nemi-
             che, condurrebbe rapidamente al risultato col minore dispendio di vite, perciò,
             nonostante l’apparenza, sarebbe umana perché ferirebbe più moralmente che
             materialmente”. Del resto la distinzione tra combattenti e non combattenti è
             sempre più sottile nella guerra moderna, nella quale “la perdita di un operaio
             è forse più grave della perdita di un soldato come la distruzione di un centro di
             produzione è forse più interessante che la distruzione di un forte”. Eventuali
             obiezioni di natura umanitaria vengono anticipate puntualizzando che l’Intesa, in
             quanto aggredita, ha il diritto di difendersi utilizzando ogni arma a sua disposi-
             zione, e aggiungendo che l’avversario non avrebbe scrupoli nell’impiegare l’ar-
             ma aerea in tutta la sua potenza. Quanto agli aspetti di diritto internazionale, la
             soluzione proposta è quella di comunicare preventivamente fino a quale distanza
             dal fronte verrebbe condotta l’azione di bombardamento, così da permettere l’e-
             vacuazione dei non combattenti.
                A questo studio Douhet ne fece seguire un secondo, indirizzato al Ministro
             della Guerra del momento, tenente generale Gaetano Giardino,  in cui svilup-
                                                                      12


             12  Gaetano Giardino, nato a Montemagno d’Asti nel 1864, ufficiale dei bersaglieri, con una sig-
                nificativa esperienza maturata in Eritrea e Libia e un altrettanto valido percorso come ufficiale
                di stato maggiore, aveva avuto nel giugno del 1916 il comando della 48ª divisione sul fronte
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