Page 167 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             forze, come scrisse nel suo caratteristico stile al maggiore La Polla:  “Mi piange
             l’anima nel pensare che oggi logoriamo uomini e apparecchi per andare a fare
             qualche buco nelle baracche di Chiapovano. Sono in un’ansia e in un furore che
             non le so dire. Bisogna bombardare Pola, bombardare Cattaro ogni notte, con
             qualunque tempo. Mi mordo i pugni pensando che l’altra notte non ho potuto
             ottenere l’ordine di partire. Anche stanotte all’una era possibile andare. Il bom-
             bardamento aereo di Pola è oggi l’azione di guerra più utile che noi possiamo
             compiere. Bisogna andare con gran numero di velivoli, con grande quantità di
             bombe: ogni notte di più. La supplico di ottenere che l’incursione su Chiapovano
             sia sospesa e che stanotte quaranta dei nostri Caproni vadano a fare di Pola un
             inferno. La supplico!”.
                Gli attacchi alla piazzaforte di Pola sembravano comunque dare buoni risul-
             tati, e non solo sulla base dei rapporti degli equipaggi. Secondo fonti austro-un-
             gariche, se le perdite in termini di vite umane erano state contenute, rilevanti era-
             no stati i danni materiali, almeno nei primi due attacchi. Nella notte sul 3 agosto
             si erano contate 80 violente esplosioni, parecchie nell’area dell’arsenale dove
             era stato colpito e danneggiato lo stabilimento delle mine, e qualcuna in città,
             dove erano state danneggiate alcune abitazioni, con 2 morti e 12 feriti tra i civili
             e 2 feriti tra i militari. La notte seguente era stato di nuovo colpito l’arsenale,
             dove era stato affondato un pontone galleggiante, e diverse bombe erano ancora
             cadute sulla città, dove due case erano state distrutte e altre danneggiate, con un
             solo ferito, mentre meno efficace era stata l’incursione della notte sul 9 agosto. Il
             carico di bombe standard era stato di circa 300 chilogrammi, con 2 granate-mi-
             na da 260 mm e 6 da 162 mm, e dopo il primo attacco era stata riconsiderata la
             decisione di ridurre l’equipaggio a tre uomini, rinunciando al mitragliere nelle
             azioni notturne. Se infatti nella notte sul 3 agosto l’aviazione austro-ungarica era
             stata del tutto assente, nelle successive si erano avuti diversi tentativi di intercet-
             tazione da parte di idrovolanti.
                Quando lamentava l’interruzione degli attacchi su Pola D’Annunzio non te-
             neva conto delle priorità del momento. Neutralizzare la capacità operativa della
             flotta avversaria era certo importante, ma nell’imminenza di una nuova offensiva
             sull’Isonzo diventava prioritario ostacolare i movimenti dell’avversario lungo
             il vallone di Chiapovano, vera e propria via d’arroccamento tra il settore San
             Gabriele-San Marco-Vippacco e quello di Tolmino, colpendo al tempo stesso gli
             accantonamenti e i depositi che vi si addensavano al di fuori della portata dell’ar-
             tiglieria italiana. Pur in questo scenario venne però ordinata un’azione che, per i
             criteri del tempo, proiettava in profondità l’azione dei bombardieri inviandoli a
             colpire un nodo ferroviario e un centro industriale di una certa importanza.
                Assling, oggi conosciuta con il nome sloveno di Jasemice, si trova sulla riva


             22  Lettera datata 6 agosto 1917 riportata in Ludovico D., op. cit., pag. 68.
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