Page 171 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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Armani. Il trasferimento da Taliedo a Gioia del Colle, con scalo intermedio a
Roma Centocelle, fu di per sé un banco di prova significativo dal momento che
si trattò di percorrere non meno di 850 chilometri e di superare due volte gli Ap-
pennini con un tempo decisamente autunnale. A Gioia del Colle i velivoli furono
preparati per la traversata installando a bordo e compensando le bussole, simili a
quelle utilizzate sulle torpediniere, e predisponendo strumenti di segnalazione e
dispositivi di salvataggio: lampada Donath e pistola lanciarazzi, bengala galleg-
giante per il caso di ammaraggio, salvagenti.
Il 4 ottobre, dopo giorni di nervosa attesa imposta dalle mutevoli condizioni
atmosferiche, venne decisa la partenza. Alla Regia Marina fu chiesto di far uscire
per quella notte le torpediniere che, scaglionate lungo la rotta, avrebbero dovu-
to fornire con i loro proiettori e le loro scie un riferimento per la navigazione,
e i velivoli vennero armati con il solito carico di 2 granate-mina da 260 mm e
6 da 162 mm, pari a circa 300 chilogrammi. D’Annunzio, che prendeva parte
all’impresa volando come osservatore, volle ribadire agli equipaggi l’importanza
dell’azione e galvanizzarli facendo leva non solo sulle azioni già compiute ma
anche sull’immagine potente ed efficace dello stendardo con il leone alato di San
Marco, sepolto dagli abitanti della cittadina di Perasto sotto l’altare maggiore
del duomo, come pegno di fedeltà, alla scomparsa della Repubblica di Venezia:
Dopo le cinque incursioni su Pola che alla fama degli aggressori di Idria, di
Tarvis, aggiunsero una gloria navale e parvero fare della nostra liscia carlinga
di tela una rivale della prua rostrata, voi siete chiamati a compiere un’impresa
marina di ben più alto valore e di ben più alta audacia. Voi sarete i primi a por-
tare l’ala d’Italia in un cielo ostile che fu fino ad oggi immune da ogni offesa
aerea. Voi sarete i primi ad aggredire nel Canale di Kumbur la più nascosta
base dei sommergibili austriaci e il numeroso naviglio alla fonda nella baia di
Teodo. Le difficoltà della rotta, la singolarità del luogo, l’importanza militare
del compito, la necessità di superare la propria perizia ed il proprio coraggio
improvvisando nel pericolo una virtù nuova: tutto concorre a sollevare il vostro
animo che fu sempre pari all’evento e sempre superiore alla fortuna. Questa
sera siete chiamati così ad effettuare il bombardamento degl’impianti militari di
27 Armando Armani, nato nel 1879 a Senigallia, ufficiale degli alpini, conseguì il brevetto di pi-
lota nel 1913. Come capitano comandò prima la 7ª Squadriglia monoplani Nieuport sul fronte
dell’Isonzo, fino al suo scioglimento il 17 agosto 1915, poi su quello degli altipiani la 12ª Far-
man, 32ª dall’aprile del 1916, dal 13 dicembre 1915 al 28 dicembre 1916 quando con il grado
di maggiore passò a dirigere l’Ufficio Informazioni della 6ª Armata. Nel luglio del 1917 ebbe
il comando dell’XI Gruppo Aeroplani e nel gennaio del 1918 del Raggruppamento Squadriglie
da Bombardamento. Alla fine del conflitto il suo medagliere contava quattro medaglie d’argen-
to e due di bronzo al valor militare, oltre alla croce di cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia.
Nel 1923 entrò nei ranghi della Regia Aeronautica, di cui fu capo di stato maggiore dal 1927
al 1928. Morì a Roma nel 1970.