Page 163 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             pava non solo il tema dell’impiego dell’armata aerea ma anche quello della sua
             costituzione e organizzazione in un contesto interalleato, con il contributo delle
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             potenze dell’Intesa e di quelle associate.  Nel documento si ritrovano quindi gli
             stessi concetti di base, accompagnati da un’analisi della capacità industriale del-
             le diverse nazioni, tra le quali un ruolo di primo piano è attribuito agli Stati Uniti,
             con un apprezzamento lungimirante delle potenzialità della grande repubblica
             nordamericana. Le conclusioni in particolare rappresentano una efficace sintesi
             della sua visione del conflitto in corso e più in generale del fenomeno bellico:
             “solo la costituzione di una A.A.I. (Armata Aerea Interalleata) di forza compe-
             tente e l’impiego della grande offensiva aerea sono capaci di far raggiungere
             all’Intesa le finalità della sua guerra, finalità che esigono non solo lo spezzarsi
             completo della forza di resistenza del nemico, ma lo spezzarsi abbastanza solle-
             cito di tale forza di resistenza allo scopo di evitare un troppo lungo prolungarsi
             della guerra che può portare alla stanchezza dei popoli dell’Intesa ed indurli a
             condizioni di pace non completamente corrispondenti né alle loro aspirazioni né
             ai sacrifici fatti”.
                Quelle di Douhet e Caproni non erano tesi isolate, e trovavano appassionati
             sostenitori sia dentro che fuori i confini nazionali, nella perdurante ricerca di una
             via per la vittoria che evitasse altri massacri sul campo di battaglia. Su posizioni
             analoghe si era schierato Gabriele D’Annunzio il 23 marzo 1917, alla festa del
             Nastro Azzurro, “io vi dico che l’arma nuovissima, l’ultima venuta, deciderà le
             sorti, scioglierà il nodo tremendo”, e nello stesso periodo, a cura di Nino Sal-
             vaneschi e con prefazione dell’onorevole Luigi Barzilai, era stato pubblicato un
             volumetto che sin dal titolo, Uccidiamo la guerra, invitava a vedere nell’aviazio-
             ne da bombardamento non solo il mezzo per arrivare alla vittoria, annientando
             l’industria bellica tedesca, ma anche lo strumento per rendere la guerra un’opzio-
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             ne impossibile:  “La lue militaristica deve essere vinta e domata alla sua base.

                dell’Isonzo. Promosso tenente generale per merito di guerra, subentrò a Morrone come min-
                istro dellaGuerra il 16 aprile 1917 e tenne l’incarico fino alle dimissioni del governo Boselli,
                il 30 ottobre 1917. In seguito fu sottocapo di stato maggiore insieme al parigrado Pietro Ba-
                doglio fino al 7 febbraio 1918, quando venne inviato a Versailles per sostituire Cadorna nel
                Consiglio militare interalleato. Il 24 aprile 1918 ebbe il comando della 4ª armata. Maresciallo
                d’Italia nel 1926, morì a Torino nel 1935. Il 4 novembre 1936 fu sepolto tra i soldati della sua
                armata nel sacrario del Monte Grappa.
             13  Douhet G., Studio concreto sulla costituzione, formazione ed impiego di una Armata Aerea
                dell’Intesa, Reclusorio di Fenestrelle, 30 giugno 1917, AUSSMA.
             14  R. Giacomelli, Il terrorismo aereo nella teoria e nella realtà, Supplemento al volume XXV de
                L’AEROTECNICA, Associazione Italiana d’Aerotecnica, Roma, 1945, pag. 9. Nino Salvane-
                schi, nato a Pavia nel 1886 e morto a Torino nel 1968, fu giornalista e poeta, particolarmente
                attivo negli anni Dieci e negli anni Venti del secolo scorso. Per vedere nella guerra qualcosa di
                assolutamente contrario ai suoi principi, durante il conflitto si arruolò in marina facendo fino in
                fondo il suo dovere. La grave malattia che lo colpì in seguito costringendolo a una lunga serie
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