Page 328 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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                Già al primo sguardo indagatore si colgono i tre aspetti fondamentali della
             sua vita: quello di uomo dedito alla famiglia, marito e padre apprensivo, quello
             di studioso, dalla cultura vasta e variegata, ricercatore tecnico-militare di talento,
             divulgatore appassionato e insegnante scrupoloso, e quello di soldato, votato alla
             carriera delle armi, combattente inflessibile e capace comandante di uomini. Ma
             questa partizione è solo apparente.
                In realtà non è possibile scindere in diversi pezzi la sua esistenza. Nell’osser-
             vare con maggiore profondità la sua vita, cercando di capire la sua personalità,
             leggendo quello che ha scritto e analizzando i suoi atti, si comprende che tutto
             il pensare e l’agire furono spinti da un unico movente: la vita intera intesa come
             milizia. Non a caso il relatore dell’epoca, nel presentare la sua figura nella pub-
             blicazione ufficiale del Ministero della Guerra sui decorati di Medaglia d’Oro
             al Valor Militare della Prima Guerra mondiale, si rifece, riportandola, ad una
             frase dello stesso Generale Cascino: «La vita militare non è un mestiere, ma un
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             apostolato; la milizia è il propugnacolo vivente della Patria  ». Parole che ci
             giungono da un lontano passato con tutto il carico aulico dell’epoca, ma che,
             proprio per questo, meglio ci fanno comprendere e ci consegnano l’uomo inqua-
             drato nel suo tempo.
                Antonino Cascino nacque il 14 settembre 1862 in provincia di Enna, nel-
             la cittadina di Piazza Armerina, da Calogero e Grazia Franzone, secondogenito
             di undici figli. Al termine dei brillanti studi superiori, nel 1879, a diciassette
             anni, abbracciò la vita militare, entrando nell’Accademia di Artiglieria di Torino.
             Dopo due anni, nel 1881, conseguì il grado di Sottotenente. Fu quindi assegnato
             al reparto, prima al 14° reggimento, poi al 4° reggimento artiglieria e infine al 9°,
             fino al 1893, quando fu inviato alla Scuola di Guerra di Torino per la frequenza
             del Corso di Stato Maggiore. Al termine dello stesso, non riuscendo ad ottenere
             l’assegnazione al Corpo di Stato Maggiore per pochi posti, fu assegnato all’11°
             reggimento. Amareggiato per il mancato conseguimento dell’ambito obiettivo
             si dedicò con passione allo studio. Ben presto i suoi interventi a sfondo tecnico
             militare, pubblicati sulla Rivista Militare, furono notati e gli valsero il trasfe-
             rimento presso l’Accademia Militare di Modena quale insegnante di “Armi e
             Tiro”. In questa città Cascino rimase dal 1895 al 1899 conoscendo quella che
             sarebbe diventata sua moglie, la marchesa Pia Tacoli, dalla quale ebbe due fi-
             gli.  Durante la sua presenza presso il prestigioso istituto militare Cascino ebbe
             modo di affinare due aspetti peculiari della sua personalità: quello dello studio-
             so, pubblicando diversi pregevoli lavori di balistica, ma soprattutto quello di
             insegnante, rivestendo con passione il ruolo di guida e di motivatore dei propri



             2  Ministero della Guerra, Comando del Corpo di Stato Maggiore – Ufficio Storico, Guerra ita-
                lo-Austriaca MCMXV-MCMXVIII. Le Medaglie d’Oro, vol. III – 1917, Roma 1927, pp.133-
                135.
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