Page 324 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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                Alle 5, mentre i corazzieri stanno già sellando i cavalli, un’altra telefonata da
             Udine, pattuglie tedesche sono già in vista della città, bisogna affrettarsi. Così
             vengono avviati i corazzieri con i loro cavalli e quelli del Re e della casa reale
             ed i ciclisti, poi alle 8 una colonna di dieci camion lascia Torreano. Avogadro
             ha ordinato di procedere a 10 chilometri orari, per non perdere contatto e per
             non sfruttare troppo i motori dei camion, che sono stracarichi. In coda, le armi
             pronte, la compagnia mitraglieri con i suoi mezzi, ultima un’ auto tipo “0” con il
             comandante dei carabinieri e il delegato Verdiani.
                Nonostante il grandissimo disordine che regna lungo tutto il percorso, uti-
             lizzando anche strade secondarie – Avogadro è veneto e buon conoscitore della
             zona- passando per Treviso, Noale e Vigodarzere il giorno 28 si è a Padova, dove
             agenti e militari sono accantonati in una caserma di cavalleria. E’ stato lasciato
             indietro un solo camion, poi recuperato.
                Di questa anabasi nel “Diario Ufficiale” del Primo Aiutante di Campo (con-
             servato nell’Archivio Centrale dello Stato), redatto a Roma dove si trova con il
             re, sarà scritto semplicemente “Il Gran Convoglio di S. M. il Re si trasferisce per
             via ordinaria ad Altichiero”.
                E’ questa, infatti, la località in cui si stabilirà il re, una volta tornato in zona
             di guerra. E’ stata scelta in tutta fretta da Avogadro, raggiunto telegraficamente
             a Padova dall’ordine di cercare una nuova residenza entro 5 – 7 chilometri a
             nord della città. Per l’ urgenza sono scelte quattro villette, prive di elettricità e di
             riscaldamento, dove il Re si insedia il 1° novembre, appena sono state sgombrate
             dalle famiglie che le abitano. Già il 2 novembre Furolo- che avrebbe dovuto
             lasciare l’incarico nei giorni di Caporetto- può telegrafare a Roma: “Servizio di
             P. S. tutela immediata persona S. M. il Re a Villa Italia funziona già in sua pie-
             nezza. Procedo alacremente mercè drappelli mobilitati RR. CC. stanotte messi
             mia disposizione ad assicurare servizio di vigilanza stradale immediati dintorni
             nuovi accantonamenti e spero stabilire in giornata servizio di vigilanza e collega-
                                                                                 35
             mento su intera zona retrovie percorsa giornalmente automobile S. M. il RE” .
                La situazione è ancora confusa, sbandati ovunque, il giorno 3 agenti e cara-
             binieri ne fermano sette nelle adiacenze di Villa Italia . Corre inoltre voce che
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             austriaci travestiti da soldati italiani si siano mischiati ai nostri durante la ritirata
             e se ne temono le iniziative. Le misure di sicurezza devono essere rafforzate, Fu-
             rolo scrive in tal senso al Comando Generale dell’Arma per lla tutela del Re e, a
             Roma, della famiglia reale. I conducenti dell’auto del sovrano vengono dotati di
             pistole Smith & Wesson, che si aggiungono ai moschetti abitualmente conservati
             sotto i sedili per non tenerli in vista. Con l’occasione si ricorda pure che anche




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