Page 320 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             Maestà Sua” . E la protezione, a mezzo di un funzionario e di alcuni agenti, era
             estesa anche ai viaggi all’estero, come nel caso di quello in Francia nel dicembre
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             del 1918  .
             La protezione della famiglia reale
                La sicurezza doveva essere garantita, oltre che al sovrano, anche a tutti i
             componenti della famiglia reale, così era rimasto a Roma un plotone di 37 coraz-
             zieri e, agli ordini del Commissario Furolo, 21 agenti della “brigata Quirinale”
             e 22 della questura. Qui il pericolo più temuto era quello delle incursioni aeree
             – Roma, si faceva osservare- era soli 230 chilometri, in linea d’aria, da Cattaro.
             Così già il 26 maggio due sottufficiali dei corazzieri erano comandati a scrutare
             il cielo, giorno e notte, da una torretta di Villa Savoia, abituale residenza della
             famiglia reale. Nella stessa occasione veniva ordinato alle guardia di P. S. di-
             staccate nella villa – e dotate ora pure di moschetti-di guardare anche in aria per
             segnalare eventuali pericoli dal cielo.
                Dopo dieci giorni si comprese l’inutilità di tali provvedimenti, che venne-
             ro revocati con l’intesa che, in caso di pericolo, questo sarebbe stato segnala-
             to telefonicamente. Così l’11 giugno, segnalato alle 3 del mattino un dirigibile
             sull’Umbria, venivano spenti i lampioni sulla via Salaria e lungo il muro di cinta
             della villa . Non sembra che in seguito ci siano stati altri allarmi aerei, al più
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             ci fu, nel giugno ’18, un presunto avvistamento di un sommergibile nelle acque
             antistanti la tenuta di Castelporziano .
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                C’era stata inizialmente, piuttosto, una preoccupazione per un eventuale pe-
             ricolo proveniente dal sottosuolo, dalle catacombe di Priscilla che confinavano
             con la villa. Venne consultato il maggiore esperto di archeologia cristiana di
             Roma, che consegnò una pianta delle catacombe e tranquillizzò la polizia cir-
             ca l’inesistenza di gallerie sotto la villa. Ironia della storia, quell’esperto era
             Rodolfo Kanzler, figlio di Hermann Kanzler, il generale pontificio che aveva
             difeso Roma nel settembre del 1870 . Nonostante queste rassicurazioni fogne e
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             catacombe vennero ispezionate ancora il 20 giugno e poi di nuovo, nel clima di
             sospetto e nel timore di attentati generatisi all’indomani di Caporetto, il 2 e il 3
             dicembre 1917.
                La sicurezza della famiglia reale era così assicurata a Roma, attraverso i con-
             trolli abituali, aumentati, al più, nel numero degli agenti, mentre i corazzieri
             rimasti in città assicuravano i servizi di protezione e di rappresentanza al Quiri-


             20  ACS A5G B.83
             21  ACS Ibidem
             22  ACS 1° Aiut. B. 289
             23  ACS 1° Aiut. B. 262
             24  ACS Ibidem
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