Page 319 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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III SeSSIone - La condotta deLLa guerra: daLLa tradIzIone aLL’InnovazIone  319



             notte a Villa Italia, dove prestavano servizio, oltre agli ufficiali, al personale della
             casa reale, alla polizia ed ai carabinieri, un nucleo di militari addetti ai servizi.
             Ci sono infatti 20 “automobilisti”, tra sottufficiali e truppa ( alla guida dell’auto
             del sovrano provvedono elementi già al servizio di casa reale), un sergente e sei
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             bersaglieri ciclisti, un sergente e sei soldati telegrafisti e 15 “cariche speciali”  .
                La sicurezza del Re era assicurata attraverso “servizi fissi di piantonamen-
             to” e servizi mobili di vigilanza stradale”. Il “servizio fisso diurno esterno” era
             svolto da due agenti, uno dei quali ciclista, e da due carabinieri dislocati agli
             incroci stradali prossimi alla residenza, quello “notturno” da dieci carabinieri.
             Il “servizio fisso diurno interno”, agli ingressi della residenza, toccava a due
             carabinieri ed un agente mentre erano addetti a quello “notturno” due agenti, un
             carabiniere e cinque corazzieri, quattro dei quali a Villa Linusssa. Il “servizio
             mobile di perlustrazione stradale” era esplicato, nei dintorni di Villa Italia, da
             pattuglie di carabinieri ciclisti e di agenti, ugualmente ciclisti, che rientravano
             dopo il passaggio dell’automobile reale e riprendevano servizio dopo le 12, lun-
             go le strade che la vettura avrebbe presumibilmente percorso, una volta accertata
             la direzione presa al mattino. Oltre a quelli del “drappello mobilitato” i carabi-
             nieri prescelti per questi servizi erano presi tra quelli addetti al Gran Convoglio.
             Inoltre la prefettura e la questura di Udine erano gradualmente riuscite, sia pure
             con grande difficoltà, ad attuare un “servizio di riservata vigilanza stradale”che,
             a partire dai posti di guardia del battaglione presidiario, si estendeva per tutta la
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             provincia . Tutta questa complessa organizzazione era stata messa a punto dal
             Commissario (poi Vice Questore) Gioacchino Furolo, che dalla tarda estate del
             ’15 dirigeva, come “reggente”, il servizio di sicurezza presso la Real Casa e che,
             fino a raggiungere il grado di Ispettore Generale, avrebbe continuato a dirigere
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             fino al 1929 .
                 Alle sue dipendenze si alternarono, negli anni di guerra, diversi funzionari,
             uno dei quali, Ciro Verdiani, allora giovanissimo, tanto da non venire inizial-
             mente prescelto a causa dell’età, era destinato ad una lunga, proficua e discussa
             carriera conclusasi con la direzione dell’Ispettorato Generale di Polizia in Sicilia
             e con i suoi contatti con Salvatore Giuliano.
                Il raggio di azione del Commissariato presso la Casa Reale si estendeva anche
             ai viaggi in treno del sovrano. Così, in occasione di quello in Puglia nell’aprile
             del 1918, Furolo disponeva telegraficamente “Superiormente ritenuto sufficiente
             il servizio di sicurezza di quest’ufficio……assumo io personalmente la direzio-
             ne del servizio di sicurezza reale al treno e sui luoghi che saranno visitati dalla



             17  ACS 1° Aiut. B. 282
             18  ACS 1° Aiut. Serie Speciale B.83
             19  ACS 1° Aiut. B. 526
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