Page 322 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             I corazzieri
                I corazzieri raggiungono la zona di guerra qualche giorno dopo il re, agli
             ordini del Maggiore Giovanni Lang, comandante dello squadrone. Sono su due
             plotoni montati, di 19 uomini ciascuno, ed uno, appiedato, di 25, senza contare
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             gli ufficiali . Non è possibile accantonarli a Villa Italia per mancanza di loca-
             li adatti ed anche perché, come già accennato, la loro presenza segnalerebbe
             inequivocabilmente anche quella del Re. Nonostante l’adozione di una divisa
             grigio-verde, infatti, fregi e distintivi – uniti alla statura inusuale per un reparto
             a cavallo- li rendono infatti chiaramente riconoscibili. Sono quindi sistemati in
             diversi alloggiamenti ad una certa distanza dalla residenza reale e la stessa cosa
             si verifica per i cavalli, che finiscono per essere sparpagliati in dieci stalle.
                Un progetto, nell’ottobre del 1916, per costruire una scuderia dove riunire gli
             animali – ciascuno dei quali, si fa’ notare, vale 3.000 lire- non persuade il Primo
             Aiutante di Campo: se non ci sono stati inconvenienti per sedici mesi, si può ben
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             andare avanti così .
                Certo, inconvenienti per gli animali non ce ne sono stati e corazzieri dispo-
             nibili per attendere alla loro cura ce ne sono in abbondanza, visto che anche in
             seguito il servizio a Villa Italia ne impegnerà molto pochi e le occasioni per pre-
             stare servizio d’onore per ospiti di riguardo saranno assai rare.
                Lo scarso impiego e gli alloggiamenti frazionati portano, però, ad un rilassa-
             mento della disciplina: la busta 260 del Fondo “Primo Aiutante del Re” elenca,
             per il 1915, una ventina di punizioni inflitte a corazzieri ed appuntati, molte per
             un reparto così piccolo e composto, per di più, da elementi selezionati.
                Ma, proprio  perché  composto  da  elementi  selezionati,  il reparto  riesce  in
             qualche modo a reagire a questa situazione di inazione forzata. Già nel 1915
             due militari ottengono di partecipare ad un corso per allievi ufficiali di comple-
             mento di cavalleria. Nel febbraio del ’16 un brigadiere viene nominato aspirante
             ufficiale e lascia lo squadrone per rientrare nei reparti operativi dell’Arma, ha 7
             anni di anzianità ed al momento della partenza riceve dal Re un orologio d’oro
             con catena e monogramma reale . Nell’autunno del ’17 tre marescialli sono pro-
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             mossi sottotenenti e lasciano il reparto ricevendo, come dono di addio, 2.500 lire
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             ciascuno per acquistarsi un cavallo .
                Durante la guerra, per decorso periodo di permanenza al reparto o per promo-
             zione, sono ben sette ufficiali a lasciare lo squadrone per rientrare in cavalleria,
             da cui provenivano, o nelle file dell’Arma, com’è il caso, nel 1918, del Tenente
             Torquato Cremonesi, assegnato allo squadrone nel 1916, e questo contro la pras-


             27  ACS 1° Aiut. B. 288
             28  ACS 1° Aiut. B.282
             29  ACS 1° Aiut B.284
             30  ACS 1° Aiut. B. 282
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