Page 332 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             successo e un attestato alla sua competenza artiglieresca. Come per la sua prece-
             dente esperienza reggimentale e scolastica, negli istituti di formazione, l’azione
             di comando di Cascino abbinò sempre due aspetti fondamentali: quello della
             cosiddetta “educazione morale delle truppe”, allo scopo di motivare e amalga-
             mare, e quella “tecnico-operativa”, caratterizzata dal costante impegno nel dare
             direttive, seguendo sul terreno puntigliosamente ogni minimo particolare senza
             tralasciare nessun aspetto, predisponendo e controllando l’applicazione delle sue
             direttive, in modo zelante e instancabile. Il riconoscimento del suo operato fu
             tale che nei successivi mesi gli vennero affidati diversi compiti di prestigio, pri-
             ma come collaboratore diretto del Comandante dell’artiglieria della IV Armata,
             poi come Capo Commissione per la difesa del basso Tagliamento e, infine, quale
             osservatore sul fronte francese.
                Nell’aprile successivo venne promosso a scelta Generale di Brigata, e quindi
             assegnato al comando di una Brigata di fanteria di nuova formazione.  Da quel
             momento iniziò la fase finale della vita del Generale Cascino, terminando la
             sua esperienza di artigliere e iniziando quella di fante al comando della Brigata
             “Avellino”. A questa unità il suo nome resterà per sempre e indissolubilmente
             legato. La Brigata iniziò a formarsi nel mese di maggio, del 1916, a Campo-
             sampiero (PD), e il successivo 6 giugno vennero consegnate le bandiere ai due
             reggimenti dipendenti, il 231° e il 232°.  A scopo propiziatorio i due vessilli
             furono battezzati “Vittoria” e “Liberatrice”. Come sua consuetudine di coman-
             do, la prima preoccupazione di Cascino fu quella di motivare e di amalgamare
             il personale dipendente e nel contempo di rendere l’unità efficiente dal punto
             di vista bellico. Gli sforzi profusi in tal senso sarebbero stati positivamente ri-
             pagati quando, dopo breve, la Brigata avrebbe affrontato il battesimo del fuoco
             nei successivi impegni di combattimento. Infatti, esauritasi l’offensiva austriaca,
             la Strafe-Expedition, il 6 agosto 1916 l’Esercito Italiano passò al contrattacco,
             investendo le posizioni nemiche puntando sul campo trincerato di Gorizia (se-
             sta battaglia dell’Isonzo). Nell’ambito della manovra offensiva verso la città, i
             reggimenti della B. “Avellino” raggiunsero il fronte dove furono suddivisi per
                                                                    a
             l’impiego, per esigenze tattiche, tra due diverse divisioni, l’11 Divisione e la 12 a
             Divisione. I battaglioni della Brigata, affrontarono così la prima prova sul campo
             alle dipendenze di altre unità. Cascino, momentaneamente privato del comando
             diretto, seguì con ansia le operazioni e la tenuta di quelle truppe che aveva meti-
             colosamente e coscienziosamente preparato. Inizialmente il 7 agosto, due batta-
             glioni del 232° reggimento parteciparono con successo, in rinforzo alla Brigata
             “Pavia”, all’azione per la conquista della riva sinistra dell’Isonzo, presso il paese
             di Podgora. Successivamente, allo stesso scopo, l’8 agosto un battaglione del
                                      a
             231° f. prese parte, con l’11  Divisione, alla conquista delle alture di Grafenberg
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