Page 370 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             «uno dei dibattiti più importanti mai intrapresi» in seno allo stesso gabinetto: l’e-
             quiparazione tra Gran Bretagna e Dominion. Dietro richiesta del Primo Ministro
             dell’Australia, Hughes, che stavolta partecipò, il premier britannico acconsentì
             ad aprire canali di comunicazione diretta con gli omologhi oltremare, rompendo
             la tradizione che voleva quest’ultimi rivolgersi al Colonial Office nel comunicare
             con la Madrepatria. In altri termini, Lloyd George riconobbe ai Primi Ministri
             dei Dominion il diritto di rivolgersi alla sua carica da pari a pari su questioni del-
             la massima importanza, come la difesa imperiale. I delegati, nella riunione del 30
             luglio, deliberarono perciò che i capi di governo dei Dominion, alla luce del rin-
             novato successo dell’esperimento dell’Imperial War Cabinet, avevano acquisito
             «il diritto di [avere] una comunicazione diretta con il Primo Ministro del Regno
             Unito, e viceversa. Tali comunicazioni [avrebbero dovuto] essere limitate a que-
             stioni di importanza governativa», e «gli stessi Primi Ministri» sarebbero stati
             chiamati a giudicare la rilevanza di tali questioni; per le comunicazioni di livello
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             inferiore, invece, il canale predefinito rimaneva quello del Colonial Office .
                Il ‘grande esperimento’ del 1917-18 pose quindi le basi per il consolidamento
             del terzo Impero. Da un lato, la Gran Bretagna avrebbe continuato a mantenere
             il grado di primus inter pares all’interno dell’Impero. I Dominion infatti, anzi-
             tutto per ragioni di potenza, avrebbero continuato a guardare a Londra per la
             leadership imperiale . Dall’altro lato, le colonie ‘bianche’ si videro riconoscere
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             un ruolo maggiore sia sulla scena internazionale che sul piano bilaterale. A quel
             punto, il passo che le separava dalla proclamazione ufficiale dell’uguaglianza
             di status con la Gran Bretagna, e dunque dall’ottenimento della piena sovranità,
             diventò davvero breve.
                Una volta conclusa la Prima guerra mondiale, il conteggio delle forze impie-
             gate dall’Impero e, soprattutto, dei suoi caduti fu un doloroso atto, ma necessario
             per valutare l’importante contributo fornito dalle colonie alla Madrepatria. Na-
             turalmente, il Regno Unito pagò il maggior tributo di sangue in termini assoluti
             con 705.000 vittime, circa il 14% dei cinque milioni di soldati britannici utiliz-
             zati nei teatri di guerra. Ma il rapporto medio tra truppe utilizzate e decessi dei
             Dominion fu simile. Il Canada impiegò 458.000 uomini in battaglia con 57.000
             morti, ovvero circa il 12,5%. L’Australia reclutò 332.000 soldati e ne caddero
             59.000, poco meno del 18%, il tasso di perdite più alto. La Nuova Zelanda ne
             vide morire 17.000 su un totale di 112.000, cioè circa il 15%. Il Sudafrica utiliz-
             zò 136.000 uomini ‘bianchi’ con poco più del 5% di vittime (7.000). Terranova



             34  Minutes of a Meeting of the Imperial War Cabinet, 23 luglio, 25 luglio, 30 luglio, in Imperial
                War Cabinet, 1918, Minutes of the Meetings, TNA, CAB 23\41, ff. 26, 27, 28, 15-29, 11 giug-
                no-2 agosto 1918.
             35  CLAyTON  A.,  ‘Deceptive  Might’:  Imperial  Defence  and  Security,  1900-1968, in
                BROWN-LOUIS (a cura di), The Oxford History, cit., pp. 280-305.
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