Page 368 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             difficoltà del fronte occidentale, dell’avanzata in Mesopotamia, dove era stata
             appena presa Baghdad, delle eventuali condizioni di pace – inclusa la futura
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             Società delle Nazioni – e del controllo dei mari . Il ruolo della Conference fu in-
             vece quello di delineare la futura costituzione del sistema imperiale nel momento
             in cui le ostilità fossero cessate.
                Nell’aprire i lavori imperiali il 20 marzo, Lloyd George auspicò che la guerra
             potesse condurre a una maggiore solidarietà di obiettivi e di azione dell’Impero,
             rendendolo in futuro «un grande e democratico Commonwealth che eserciterà
             una vera, una benefica, e penso una permanente influenza sul corso degli affari
             umani», trovando un proprio consolidamento «senza ledere la libertà delle parti
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             che lo costituiscono» .
                Il 13 aprile, in seno alla Conference, fu la delegazione del Canada, guidata dal
             Primo Ministro Robert Borden, a sollevare la specifica problematica del rapporto
             tra Londra e i Dominion, in particolare il ruolo di questi nell’ambito della politica
             estera e della difesa imperiali. E non fu un caso che fosse proprio Ottawa a re-
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             clamare maggiore spazio politico . In Canada, così come in Australia, il sangue
             versato sui campi di battaglia aveva progressivamente alimentato un sempre più
             forte senso di unità nazionale, pur senza contrapporsi a Londra. La delegazione
             canadese, in particolare, richiese il pieno riconoscimento dei Dominion come
             nazioni autonome all’interno di un Imperial Commonwealth e come attori deci-
             sionali nella politica estera dell’Impero. Nuova Zelanda, Sudafrica e Terranova
             si accodarono alle richieste del Canada. La proposta, in sintesi, fu così formula-
             ta: l’Imperial Commonwealth, che avrebbe dovuto includere anche l’India no-
             nostante l’assenza di autogoverno (o forse proprio per quello), sarebbe dovuto
             funzionare su base volontaria, con un forte senso di legame tra la Madrepatria e
             le colonie, sancendo però l’uguaglianza tra le sue parti, debitamente consultate
             nell’elaborazione della politica estera imperiale.
                Il Ministro delle Colonie, Long, ben accolse la richiesta del Canada, affer-
             mando che dal suo punto di vista la guerra sarebbe stata combattuta, se non
             invano, in ogni caso con risultati molto insoddisfacenti se non avesse portato


             27  In un clima di generale concordia e comunanza di obiettivi, diversità di vedute tendevano tal-
                volta a emergere sulla priorità che Londra assegnava al teatro europeo rispetto ai campi di bat-
                taglia ‘periferici’, guardati invece con maggiore attenzione dai Dominion. Cfr. WOODWARD
                D. R., Imperial War Cabinet (1917-1918), in MARTEL G. (a cura di), The Encyclopaedia of
                War, Wiley-Blackwell, Oxford, 2012, pp. 1052-1055.
             28  Procès-verbal of the First Meeting of the Imperial War Cabinet, 20 marzo 1917, in The Na-
                tional Archives (TNA), Cabinet Papers (CAB) 23\43, f. 2, Minutes of Meetings 1-14, 1917-
                1918.
             29  Un’analisi dell’impatto della Prima guerra mondiale sul Canada è in CODIGNOLA L.-BRUTI
                LIBERATI L., Storia del Canada. Dalle origini ai giorni nostri, Bompiani, Milano, 1999, pp.
                475 e ss.
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