Page 365 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             sforzo di guerra con un reggimento. Finanche il governo del Sudafrica non man-
             cò di far sentire la propria vicinanza a Londra: prima soffocando un tentativo di
             ribellione degli ultranazionalisti boeri, contrari ad affiancare coloro che avevano
             combattuto solo pochi anni prima, poi lanciando in agosto l’offensiva nel terri-
             torio coloniale tedesco dell’Africa del sud-ovest, radunando truppe sudafricane,
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             rhodesiane e indigene .
                Anche  l’India, che  non era  un  Dominion,  si  schierò  al  fianco  della  Gran
             Bretagna. Certo, fu piuttosto scontato che essa, visto il fondamentale ruolo che
                                                                                  12
             giocava all’interno dell’Impero e il controllo su di essa esercitato da Londra ,
             rendesse disponibile – come da tradizione – un nutrito contingente di uomini a
             tutela della sicurezza imperiale. Si stima che circa un terzo delle forze dell’Im-
             pero presenti in Francia nell’autunno del 1914 arrivassero dal ‘gioiello’ della
             Corona . Meno scontato, invece, fu il sostegno che garantirono a Londra molti
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             oppositori indiani del dominio britannico. Ad esempio, il celeberrimo Mohandas
             Karamchand Gandhi, che iniziò persino a reclutare soldati tra i locali convinto
             che l’India avrebbe ricevuto l’autogoverno al termine della guerra se avesse di-
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             mostrato piena fedeltà alla Gran Bretagna .
                Nel corso del conflitto, le forze terrestri e navali dell’Impero ebbero un signi-
             ficativo ruolo in Africa occidentale e orientale, nelle acque dell’Oceano Pacifico,
             in Asia, in Medio Oriente e, naturalmente, in Europa. Tuttavia, l’impegno ope-
             rativo e il contributo delle colonie non spinse Londra a coinvolgerle pienamente
             e prontamente nella gestione della condotta di guerra. Il gabinetto di Herbert
             Asquith, al contrario, subordinò le consultazioni imperiali alla necessità di vin-
             cere rapidamente il conflitto . Tale approccio, però, alla conclusione del 1916
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             aveva già mostrato le sue crepe.
                L’inaspettata lunghezza del conflitto e il suo logorio avevano richiesto sem-
             pre più uomini al fronte. Ciò spinse la Gran Bretagna ad approvare in marzo il

             11  Sul teatro africano durante la Grande Guerra, cfr. per tutti STRACHAN H., The First World
                War in Africa, Oxford University Press, New york, 2004, in particolare pp. 61-92.
             12  Cfr. DE LEONARDIS M., Prefazione, in PASTORI G., Il pomo della discordia. La politica
                imperiale della Gran Bretagna, il Baluchistan e il Great Game, ISU Università Cattolica,
                Milano, 2004, pp. 11-14; nello stesso volume, si vedano anche le pp. 27-60.
             13  Cfr. HOLLAND, cit., in BROWN-LOUIS (a cura di), The Oxford History, cit., pp. 114-137.
             14  Cfr. NANDA B. R., Mahatma Gandhi. A Biography, Beacon Press, Boston, MA, 1958, pp. 97
                e ss. Su Gandhi e i suoi progetti in opposizione alla British rule, con una particolare attenzione
                alla tradizione imperiale dell’India, cfr. DARWIN J., After Tamerlane. The Rise and Fall of
                Global Empires, 1400-2000, Bloomsbury Press, New york, 2008, pp. 346 e ss.
             15  Solo il Primo Ministro canadese Borden e quello australiano Hughes furono ammessi occa-
                sionalmente a partecipare alle riunioni del gabinetto. Cfr. BECKETT I. F. W., A Question of
                Command: GHQ and the Dominions, 1917, in DELANEy D. E.-GARDNER N. (a cura di),
                Turning Point 1917: The British Empire at War, UBC Press, Vancouver-Toronto, 2017, pp.
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