Page 376 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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376 il 1917. l’anno della svolta
come i Balcani rimangano un fronte “secondario” ma complesso e mettendo fin da
subito in evidenza l’impatto degli eventi rivoluzionari in Russia, che conducono
al peggioramento della situazione militare sul fronte romeno e al venir meno di
quelli che erano in fin dei conti i presupposti strategici dell’impegno alleato sul
fronte macedone – almeno da quando la Serbia era uscita di scena. Affermare
ciò significa anche identificare fin da subito lo stretto rapporto tra il collasso
dell’apparato militare zarista e la successiva resa della Romania, nonostante la
lunga e tenace resistenza romena per tutto il 1917. Gli ultimi due elementi da
tenere in considerazione sono la situazione interna in Grecia, ormai divisa tra
venizelisti e lealisti, su cui pesa in maniera determinante l’atteggiamento delle
potenze dell’Intesa; e per ultima la situazione in Albania, che in realtà nel 1917
è piuttosto statica sul piano militare ma che riserva interessanti spunti su quello
politico. Per comodità, sembra opportuno partire proprio da questo ultimo punto
– che in effetti è anche quello che più coinvolge gli interessi dell’Italia.
Il 10 dicembre 1916 era avvenuto un fatto di notevole rilievo quando le
autorità militari francesi a Korçë – unica porzione di territorio albanese occupato
dalle truppe di Parigi – avevano annunciato la creazione del Kazà autonomo di
Korçë della cui autonomia e sicurezza si facevano garanti. Si tratta di un passo
dal chiaro intento politico che metteva a repentaglio gli interessi italiani nella
zona.
Seguono infatti le inevitabili proteste italiane, con Roma che accusa Parigi di
aver violato il Trattato di Londra. L’evento stimola anche la reazione da parte dei
Vienna che il 3 gennaio 1917 ne approfitta per dichiarare un proprio protettorato
in Albania.
Questi sviluppi convincono il ministro degli Esteri Sonnino della necessità di
compiere un gesto politico inteso a garantire gli interessi italiani. Un’azione che
tuttavia non può essere presentata come diretta emanazione del governo di Roma
e che di conseguenza richiede un fatto compiuto da giustificare con esigenze
di carattere tattico-militare. Sonnino demanda quindi la responsabilità di agire
al generale Giacinto Ferrero. Questo porta alla decisione di compiere un passo
determinato e comunque potenzialmente rischioso sul piano diplomatico con la
dichiarazione del 3 giugno 1917, con la quale il generale Ferrero affermava ad
Argirocastro l’indipendenza albanese sotto la protezione dell’Italia. L’episodio
avviene in occasione dell’anniversario dello Statuto Albertino, quando in un
discorso pubblico alla folla riunita nella cittadina albanese il comandante del
Corpo italiano di occupazione per ordine del governo italiano proclamava
solennemente l’unità e l’indipendenza “di tutta l’Albania”, sotto l’egida
e la protezione del Regno d’Italia. Si garantivano inoltre agli albanesi libere
istituzioni, milizie, tribunali, scuole. Appare evidente l’intenzione del governo
italiano di dare attuazione alle clausole del Patto di Londra, prescindendo dagli
esiti del conflitto, al fine di salvaguardare la propria posizione soprattutto rispetto