Page 387 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             comandante in capo dell’esercito francese Philippe Pétain .
                Il mio saggio si articolerà in tre parti, esaminando fonti diverse e non solo
             accademiche. In primis, il fronte italiano sarà visto tramite lo sguardo di britannici
             od americani  che furono testimoni oculari od attori protagonisti dello sforzo
             bellico italiano. Testimoni dello sforzo immane dell’esercito italiano, i loro scritti
             saranno importanti  per sensibilizzare  l’opinione  pubblica  anglosassone sullo
             sforzo di guerra italiano. In seguito, verranno esaminate le relazioni ufficiali dei
             vari eserciti stranieri combattenti e gli scritti tra le due guerre dei vari uomini di
             stato inglesi, in particolar modo David Lloyd George, primo ministro inglese dal
             dicembre 1916 fino alla fine della guerra. Di particolar rilievo saranno gli sguardi
             incrociati dei diversi alleati dell’Intesa attraverso la disamina delle campagne del
             contingente inglese operante sul fronte italiano agli ordini del Generale Herbert
             Plumer, e il II CA del generale Alberico Albricci, inviato nel maggio 1918 a
             combattere  sul fronte francese.  Altrettanto  ambivalente lo sguardo razziale
             britannico sugli italiani come popolo dotato di grande bravura, ma soggetto a
             forti emozioni, perciò intrinsecamente fragile. Infine, il saggio volgerà lo sguardo
             ai libri pubblicati nel secondo dopoguerra, con un messaggio ambivalente spesso
             ignorato: il fronte italiano sta tornando in auge.
                Che il sacrificio ed il costo della guerra della nazione italiana non fossero
             pienamente  percepiti  oltremanica  mentre  il  conflitto  era  in  corso  lo  si  può
             desumere dall’insistenza con cui l’ambasciatore inglese presso lo Stato italiano
             Sir Rennel Rodd intervenne per invitare scrittori britannici di caratura mondiale
             a visitare il fronte italiano e renderlo noto al pubblico anglosassone.
                Alcuni scrittori risposero con entusiasmo. È il caso ad esempio di Sir Arthur
             Conan Doyle, meglio conosciuto per essere l’autore dei racconti di Sherlock
             Holmes. Già prima  della  guerra Conan Doyle si era occupato  di politica,
             avendo ad esempio difeso la partecipazione inglese alla guerra contro i Boeri
             in Sud Africa nel 1899-1902. Lo farà anche durante la guerra mondiale con un
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             lavoro in sei tomi sullo sforzo di guerra britannico . Su invito di Lord Newton,
             responsabile della propaganda di guerra al Foreign Service, Conan Doyle visitò
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             il fronte italiano nel giugno 1916 . Sulla base di questa esperienza scrisse un


             8  Le perdite del II CA nelle giornate tra il 15 e il 18 luglio ammontarono a più di 9400 tra morti,
                feriti, prigionieri e dispersi, circa un terzo della forza combattente. La migliore monografia sul
                II CA è sempre il libro di Mario Caracciolo, Le truppe italiane in Francia (Il II° Corpo d’Ar-
                mata – Le T.A.I.F.) (Milano: Mondadori, 1929). Più recenti Giacomo Tortora, Alberto Caselli
                Lapeschi, e Giancarlo Militello (a cura di) 1918, gli italiani sul fronte occidentale: nel diario
                del Ten. Giacomo Tortora e in altri documenti inediti (Udine: Gaspari, 2007).
             9  Arthur Conan Doyle, The British Campaign in France and Flanders, 1914-1918, (London:
                Hodder and Stoughton, 1916-1920).
             10  Peter Buitenhuis, The Great War of Words: British, American and Canadian Propaganda and
                Fiction, 1914-1933 (Vancouver: UBC Press, 1987), pp.86-88. Il fronte italiano fu il secondo
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